Giovanni 20, 1 e ss.

 

EGLI DOVEVA RISUSCITARE DAI MORTI. INUTILE SEPOLCRO

Presso la croce ci sono Maria la madre di Gesù e Maria di Magdala (discepola). Maria scompare poi dalla narrazione: non accoglie il cadavere del figlio e neanche si reca al sepolcro.

Maria non piange un morto, ma, forse – vuole dirci Giovanni – segue un “vivente”; non ha bisogno di apparizioni, ma crede “pur senza aver visto”.

Diverso è l’atteggiamento di Maria di Magdala: non solo si reca al sepolcro, ma attende che sia passato il sabato, giorno in cui è raccomandato il riposo assoluto.

Dice Giovanni “Nel primo giorno dopo il sabato, Maria di Magdala si recò al sepolcro di mattino,quando era ancora buio e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro(v. 1).

Giovanni vuole dirci che l’osservanza della legge del riposo mal interpretata ,ritarda l’esperienza di una nuova creazione, della “risurrezione”.

Il buio nasconde l’immagine di “oscurità, incomprensione” da parte della comunità che non ha ancora compreso Gesù che si è definito “luce del mondo” (il suo messaggio, la sua verità proposta  a tutti).

Maria di Magdala vede la pietra tolta ed, allora, avvisa gli apostoli, annuncia loro il sepolcro vuoto da cui è stato “portato via il Signore” (e non lo ha trovato altrove).

Quando Gesù la chiama “Donna, perché piangi? Chi cerchi?” Voltatasi, finalmente, gli dice in ebraico “Rabbuni” (maestro),lo riconosce come vivente .

Quindi, a lei, donna, è dato il compito di radunare i discepoli dispersi. E non parla di un corpo che non ha trovato, ma del Signore, di una persona viva.

Giovanni e Pietro (colui che lo ha tradito, che ha “rifiutato” di farsi lavare i piedi) corrono al sepolcro svuotato a constatare che il morto non c’è.

Vanno nel luogo della morte dove Lui non c’è: è il posto sbagliato perché Lui è il vivente.

Giunge prima Giovanni, più giovane, poi Pietro. Giovanni lo aspetta, lo fa entrare per primo.

Pietro fa per primo l’esperienza della vita: scopre che è altrove, è vivo, ha superato sepolcro e morte. Anche Giovanni entra, “vide e credette” nota il vangelo, perché non avevano ancora compreso le scritture, che cioè egli doveva risorgere da morti, superando, con la sua qualità di vita, la morte.

Ma questo non è un privilegio concesso a Gesù di Nazaret ,il Cristo, ma una possibilità per tutti i credenti; infatti, accogliere il messaggio di vita di Gesù può dare una vita di qualità tale da permettere di sperimentare la vita che va oltre la morte.

Infatti, non si crede perché si è visto il sepolcro vuoto (cosa per noi impossibile), ma solo se si incontra, si fa esperienza di Gesù, vivo e vivificante, nella propria esistenza personale e di comunità.