CORAGGIO: E’ TEMPO DI CAMBIARE. LA FEDE: UN MODO NUOVO DI VIVERLA

                                                di Fredo Olivero,2013 /11

 

“Il rinnovamento è il motore che anima la comunità dei credenti”,dice Alberto Maggi un noto biblista.

“Per percepire l’azione di Dio non bisogna rifarsi al passato né  guardare indietro,a quel che si sa,ma occorre essere  disposti ad aprirsi al nuovo,a quel che viene e verrà

Si cambia nella vita, ed ancor più nella fede che è un punto di sicurezza ,solo quando, quello che ci viene proposto, è ritenuto migliore di quello che abbiamo accettato e viviamo .

Vi è una diffidenza naturale negli adulti perché ogni nuova scelta mette in questione le scelte passate, fatte o supportate da noi. La tendenza ad essere “conservatori” ce l’abbiamo tutti.

Partiamo dal linguaggio che usiamo:

“come erano belle le feste di una volta”

“sì che la gioventù sapeva divertirsi”

“una volta c’era più rispetto”

“non c’è più quella religione di un tempo!”

Se rileggiamo libri e documenti passati di 100, 1.000 ,3.000 o 5.000 anni fa, notiamo che ci si lamentava delle stesse cose. Faccio pochi esempi classici.

Un papiro egizio (di 5.000 anni fa) scrive “Nemmeno i tempi sono più quelli di una volta. I figli non seguono più i genitori”.

A Babilonia (3.000 anni fa) scrivevano sull’argilla dei vasi, (sui cocci) “Questa gioventù è guasta fino al midollo: cattiva, irreligiosa, pigra”.

Profeta Michea (2.700 anni fa circa ) cap. 7,2-7 “L’uomo pio è scomparso dalla terra …. non c’è più un giusto tra gli uomini ….. Il figlio insulta suo padre, …. i nemici sono quelli di casa sua”.

Esodo (700 a.C.) “Non nutro più alcuna speranza per il futuro del nostro popolo!”

Pietro l’Eremita, predicando alla 1^ Crociata contro i musulmani (1095 circa ) diceva :“Il mondo sta attraversando un periodo tormentato. I giovani di oggi non pensano più a niente, solo a se stessi. Non c’è più rispetto dei genitori ….”

Ogni generazione si lamenta del presente: “così non si va più avanti, prima era meglio”.

E certe devozioni guardano ancora al presente con pessimismo e scontentezza.

Citiamo la “Salve Regina …”: “Gementi e piangenti in questa valle di lacrime ….”

La pienezza della vita data da Dio, proposta da Gesù di Nazareth, è sparita dalle devozioni mariane .

Proviamo a lasciare da parte un passato che è bello perché è passato e vediamo i motivi teologici che giustificano perché – sul piano della fede – dobbiamo cambiare in meglio.

DIO INCOMPLETO

Cerchiamo di essere in sintonia con il “Dio che è, che era e che sarà” (Apocalisse 1,4).

Già Isaia invitava a “non ricordare più le cose passate”,” io faccio nuove tutte le cose – dice Dio – proprio ora germoglia, ve ne accorgete?” (Isaia 43,19).

Quale è il Dio che viene presentato da Gesù di Nazaret e come nella vita della chiesa i responsabili lo hanno  interpretato?

Quante divergenze nel tempo!

Il Concilio di Firenze nel 1442 diceva “La Chiesa romana professa e predica: al di fuori della Chiesa cattolica nessuno parteciperà alla vita eterna, ma andrà al fuoco dell’inferno”. (Bolla dell’unione coi cristiani  copti etiopi).

Cinque secoli dopo, il Concilio Vaticano 2° (Lumen Gentium) dice “Dio come salvatore vuole che tutti gli uomini siano salvi. Infatti …. quelli che ignorano la chiesa cattolica possono conseguire la salvezza eterna (n. 16)”.

E’ sempre lo stesso Dio predicato da Gesù  a cui si fa riferimento, ma cambia la comprensione degli uomini: i non cattolici dall’inferno escono e diventano beati! E siamo nella chiesa cattolica ai massimi livelli (concilio ecumenico).

E questa “maledizione” per i non cattolici  dura diversi  secoli, con atti di barbarie, stermini, uccisioni, roghi, guerre …. Tutto in nome di un Dio giudice che impone (non propone), comanda, condanna chi non esegue le “regole” tradotte dalla chiesa cattolica che voleva diventare “l’unica religione che salva”.

Matteo direbbe di questi cattolici “erano  morti che seppellivano  altri morti “ (8,23),legati a una lettura di Dio incompleta ,che non è quella di Gesù.

E tutto questo per difendere l’immagine di Dio “che era”; nel suo nome si perseguitava il diverso nella religione e si dichiarava guerra ai non cattolici.

Dove era finito “Dio Padre”? Solo quando abbiamo accettato il messaggio tradotto da Luca “Siate misericordiosi come è misericordioso il vostro padre” (6,36) abbiamo iniziato ad accogliere il Dio proposto da Gesù.

Proviamo ad incontrarci con il messaggio e la persona di Gesù ed il Dio che ci propone in alcune sintesi.

Sottolineo tre aspetti che ritengo essenziali,portatori di novità.

  1. Dio – dice Gesù – non ci ama perché siamo buoni, ma diventiamo buoni perché siamo oggetto dell’amore di Dio. Il suo amore è fiducia nell’uomo, qualunque sia la sua condotta.

 

  1. Dobbiamo incontrare Gesù (messaggio e persona) per imparare a guardare persone, avvenimenti con lo sguardo del Dio della creazione. E’ mettendo in pratica questo che Gesù guarda alla donna prostituta che gli profuma i piedi ,li bacia e glieli asciuga con i capelli (Luca 7,36), incontra l’adultera e le dice ti sono rimessi i peccati (Giovanni 8,1), il pubblicano o l’esattore (Marco 2,14) e dialoga  perfino con  i suoi assassini quando è  sulla croce (Luca 23,34).
  1. Il Dio di Gesù di Nazaret  non è da cercare, ma dobbiamo renderci conto della sua presenza

               E’ il  Dio che cerca l’uomo, lo interpella con le persone ed i fatti, gli propone continuamente un      amore che, se accolto, gli dà la sua stessa vita “divina”.

Leggiamo tre situazioni con tre personaggi del Vangelo che ci possono far  approfondire aspetti di questo amore: il ricco (Marco 10,17-23), il teologo (;arco 12,28-34), il funzionario reale (Giovanni 4,46-54).

Il funzionario reale il cui unico figlio è infermo grave a Cafarnao ,va ad incontrare Gesù e lo invita a scendere e curare il proprio figlio morente: scendi, intervieni prima che muoia.

E Gesù “Sei tu che devi scendere, e tuo figlio vivrà!” Questa parola è importante per il funzionario: il suo ruolo rappresentativo, di dominio, gli ha tolto il figlio: scendi, ritorna ad essere uomo e padre.

E lui torna, scende, si muove e lo avvisano che ora il figlio vive, come gli ha promesso Gesù. Il bambino è guarito quando lui è sceso, è tornato padre di famiglia, ha ridato alla sua vita ed a quella della famiglia il suo ruolo di padre amorevole.

Il ricco (Marco 10,17-23). Mentre Gesù è uscito per la strada, un tale, correndo, si gettò in ginocchio. E disse “Maestro che devo fare per avere la vita eterna?”

E’ angosciato, ma ricco. Desidera dal maestro eccezionale una ricetta nuova che gli dia la certezza di avere la vita eterna. E Gesù riparte dai comandamenti che avrebbero dovuto dargli garanzia. Finora li ha osservati,risponde. Gesù lo invita non a lasciare tutto, ma gli dice “ti manca tutto, l’essenziale!”, quello che hai dallo ai poveri poi vieni dietro di me.

La ricchezza, la pratica religiosa non l’hanno reso uomo libero, adulto, felice: gli manca tutto per essere felice. Gesù non gli fa sconti per seguirlo. Quello si rattristò e tornò via afflitto perché aveva molti capitali.

Il teologo. Uno che appartiene alla gerarchia gli domanda “Qual è il comandamento più importante?”

Per il teologo è scontato che è “quello che pratica anche Dio”: cioè il riposo festivo come pensavano i sapienti del tempio.

Gesù, invece, risponde che l’amore di Dio e del prossimo sono i più importanti,la fedeltà a Dio e all’uomo. E Gesù commenta “Non sei lontano dal Regno di Dio!” ma lui non lo segue. Questa posizione di potere culturale  lo gratifica, lo rende sicuro, forse gli basta e continua il suo modo di interpretare la religione.

 

QUALE CONVERSIONE, QUALE CAMBIAMENTO CI SONO PROPOSTI?

Nella Bibbia, in greco, vi sono due parole per indicare “conversione”.

Epistréfo (voltarsi) che nell’Antico Testamento indica il ritorno all’unico Dio lasciando gli idoli. “Convertitevi a lui, con tutto il cuore …. e lui si volgerà a voi” (Tobia 13,6).

I vangeli lo evitano, si trova solo in due citazioni dell’Antico Testamento.

Non usano “ritornare a Dio” perché Lui è Emmanuele (“Dio con noi” Matteo 1,23) e, quindi, non c’è da ritornare, ma da accoglierlo.

Usano, invece, la parola “Metanoia” (letteralmente cambiare mente, atteggiamento) che significa cambiamento libero, interiore, che produce cambiamento di condotta, essere orientato verso il bene dei fratelli “Amatevi gli uni gli altri come io vi amo” (Giovanni 13,34) Guardate gli altri come li guardo io.

Due esempi (biblici) vorrei utilizzare: Mosè e Maria.

 Entrambi vivono un “ritiro” (un incontro particolare ) con Dio. Mosè sale al monte per 40 giorni, riceve i comandamenti di Dio. Quando scende “ricco” di quanto ha ricevuto vede la gente danzare, fare festa .Allora  scagliò dalle mani le tavole e le spezzò ai loro piedi. Poi afferrò il vitello d’oro  che avevano fatto, lo frantumò fino a ridurlo in polvere che sparse nell’acqua e fece bere. Poi disse “Chi sta con il Signore venga con me!” (e vennero solo i leviti) e li incaricò di ucciderli passando  porta a porta: 3.000 quel giorno! (Esodo 32,26-28).

 Di questo non si parla mai: la vendetta in nome di questo Dio!Oggi ancora predicata anche in nome di Allah!(usando in modo falso la parola Jihad  che è lotta interiore non guerra santa!)ma praticata da molte religioni.

Maria: fa un’esperienza problematica con Dio, è avvolta dal suo amore che  le chiede di essere madre di suo figlio. Lei non fa la veggente,non si ritira ma va in missione a servire la cugina Elisabetta. Si mette a servizio. Questa è la differenza tra il seguire il Dio della legge ed il Dio dell’amore.

Simile a Maria il samaritano (Luca 10): considerato miscredente dai capi religiosi, diventa modello di fede operante quando pratica in concreto l’amore misericordioso.

Anche noi dovremmo poter essere una “buona notizia” per coloro  che  incontriamo, appartenenti alla nostra o ad altre tradizioni religiose (o a nessuna, come chi ha lasciato ogni fede) ed annunciare (anche in silenzio, solo con i fatti) un unico Dio amorevole con gli uomini e le donne.

Ma, per scoprirlo, è necessario andare incontro a ogni altro :saper accogliere il diverso.

Torino san Rocco  redatta da Fredo Olivero 2013/11.