MORTE, RISURREZIONE, INFERNO, VITA OLTRE LA MORTE.

ALCUNI PREGIUDIZI CHE CI CONDIZIONANO LA VITA

 

ALCUNE SOTTOLINEATURE SPECIFICHE PER SUPERARE PAURE E PREGIUDIZI SULLA MORTE E SULLA VITA OLTRE LA MORTE

1.INFERNO

La causa vera della perversione dello spirito cristiano è la “credenza nell’inferno” (Maggi Alberto e altri biblisti competenti).

Chi ritiene che Dio condanni all’inferno di tortura una persona per tutta l’eternità per la sola ragione che non è cristiana, ma atea, ebrea, eretica, di altra fede(come dice il Concilio di Firenze,1442), ritiene questa persona senza valore, indegna di vivere, quindi da convertire anche con la forza per “salvarla”!.

Ricordiamo, a questo proposito  la Chiesa Cattolica che lasciò distruggere (o distrusse direttamente) gli indigeni d’America, conquistati e schiavizzati per ragioni di potere politico ed economico.

Imperatori “cattolici”come Carlo Magno, racconta lo storico Granzotto nella bibliografia di Carlo Magno, si sono comportati così con gli abitanti di Verden, conquistati dai Franchi: l’alternativa proposta a 5.000 persone  portate a forza nella pianura  era tra la pena capitale con la decapitazione  o la conversione, “servire Cristo o Satana”. Chi non si convertiva(non si faceva battezzare )veniva decapitato,cosa che fecero e continuarono per 3 giorni uccidendone 4.500!.

Sant’Agostino pensa che i bambini senza battesimo vadano all’inferno.

Il Concilio di Firenze (1442) dice “La chiesa romana professa che nessuno, al di fuori della chiesa cattolica, parteciperà alla vita eterna, ma piuttosto andrà all’inferno …”

Quante discussioni riguardo all’eternità dell’inferno per un “peccato mortale”!

Come è diverso da Paolo ai Romani che dice  “Dio, infatti, ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per usare a tutti misericordia” (11,13).

Eliminiamolo allora dalla nostra cultura, dal nostro credo, contrastando anche chi, su queste paure, costruisce una religione di potere oppressivo.

 

2.ANIMA

Attraverso la morte passa la persona intera, non qualcosa della persona (anima), idea sconosciuta all’ebraismo ed imparata dalla filosofia greca (letteralmente detta  psiche ,che è la vita della persona).

Non c’è – per “l’ebreo Gesù di Nazaret” – una realtà (anima) opposta al corpo.

 Anima, quindi, sì nel senso di tutta la persona,ma  non parte di lei.

I padri della chiesa per secoli contrastarono questa posizione della filosofia greca.

Quindi, per Gesù, la vita dopo la morte non è di un’anima, ma intende la persona nel suo complesso che continua in una diversa esistenza (“la vita non viene tolta, ma trasformata”, dice il prefazio dei defunti).

La risurrezione è in realtà,secondo il vangelo,la vita che permane oltre la morte.

Morte, perciò, non è solo  distruzione del corpo, ma trasformazione, realizzazione della persona ,che viene accolta a far parte della pienezza di Dio.

Nei vangeli non si parla mai di inferno, non c’è neanche la parola, ma si parla di “chasma” (baratro, Lc. 16,26), di abyssos (abisso, Lc 8,31), di Ade (ebraico sheòl, caverna), di Geenna (immondezzaio, discarica).

Chiaro, quindi: importante è la vita, secondo Gesù, quella che ci annuncia con la Buona Notizia (vangelo):la persona continua la sua esistenza in una dimensione diversa ,in continua crescita. La durata senza fine della vita è conseguenza della qualità della vita che ci ha donato attraverso i genitori . E Gesù ne parla al presente ,non di una vita al futuro ,subito a disposizione.

 

3.VOLONTA’ DI DIO

 

Nel Padre Nostro diciamo “Sia fatta la tua volontà” (Mt. 6,10). Poi la associamo ai momenti difficili della vita da cui non riusciamo ad uscirne da soli  (malattia, incidenti, lutti…).

La tradizione popolare la associa a proverbi fatalisti: “Non cade foglia che Dio non voglia” ed in questo modo si crea tensione, rancore nei confronti di Dio.

Altra espressione  popolare “La croce che il Signore ti manda, ti dà”.

Oppure usiamo frasi consolatorie :per un giovane che muore “Dio coglie i fiori migliori” ,”era già maturo”, “i più buoni Dio li vuole con sé” ..e noi chi siamo?

Forse sarebbe meglio tacere e stare vicino a chi soffre.

La volontà di Dio viene identificata con le situazioni dolorose che Dio “si diverte” a mandare.

Il Vangelo ha un’espressione di Mt. 10,29 che, tradotta male, conferma questa lettura:

“Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia “(non è senza, ma all’insaputa del Padre).

Poi ancora: “Anche i capelli del vostro capo sono contati” (10,30).

Dio è così nemico della felicità dell’uomo? La sua volontà si concretizza solo attraverso gli avvenimenti tristi? Chi vuole incontrare la volontà di questo Dio? Nessuno!Questo non il Dio proposto da Gesù di Nazaret! Così pure “la vite” (parabola) dove i tralci che non danno frutti vengono tagliati, potati. Sono potature di un agricoltore un po’ sadico che – per far diventare più buono qualcuno – dà una sforbiciata? (via la salute, via il lavoro, via una persona cara…..).

Il termine letterale è pulire: Dio pulisce i fattori di morte, facendo sì che l’uomo sia più sereno , libero,felice di vivere. E’, quindi, l’ eliminazione di ogni fattore di morte, liberando tutta la capacità di amore che gli comunica.

La volontà del Padre non viene mai associata da Gesù con le sofferenze che, a volte, ci accompagnano durante la vita.

“Sia fatta la tua volontà” è espressione sempre positiva.

“Non vuole che uno solo degli ultimi si perda” (Mt. 18,14), ma vuole che diventino tutti figli suoi,accogliendo liberamente la sua proposta .Ci vuole felici!

 

4.LA CROCE

Viene associata a “volontà di Dio”.

Frasi comuni di cristiani convinti: “Ognuno ha la sua croce”, “è la croce che il Signore ti manda ”, “il Signore dà la croce secondo le spalle”.

Croce nel vangelo:

è  feroce e crudele tortura del potere politico, sistema di condanna a morte con tortura per i non cittadini romani, i rifiuti della società, i “maledetti da Dio”.

Per cinque volte nei vangeli troviamo questo nome legato a “sequela” di Gesù, mai imposta, ma proposta: se vuoi.

Gesù vuole al suo seguito persone libere, che lo scelgono ,non costrette.

La croce, supplizio per i disprezzati della società; dunque “chi non accetta di perdere la propria reputazione” non adeguandosi ai modelli proposti dalla società, non può essere mio discepolo,dice Gesù.

Lui  non offre titoli, privilegi, posti di onore, raccomandazioni, garanzie. I suoi seguaci saranno considerati dalla società come indesiderati.

Lui ha avuto un marchio infame :condannato a morte come un malfattore.

Quali sono le espressioni che, sovente, vengono dette alle categorie di persone in difficoltà?

Ad esempio ai malati: “accetta la volontà del Signore. Offri a lui la tua sofferenza. Dio ti aiuterà a salvare tante anime dal purgatorio”. “Porta con pazienza la croce che il Signore ti ha dato, offrila per la conversione dei peccatori”. Gli amici dicono a Giobbe “Accetta la volontà del Signore. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto” (Giobbe 1,2).

Mai Gesù ha incontrato i malati con questi atteggiamenti. Ha sempre comunicato la vita, ha invogliato a sprigionare nella persona energie positive che, unite alla sua, potessero dare qualità di vita a uomini e donne.

Gesù non manda malattie, ma guarisce; non fa piangere, ma sta vicino a chi soffre, asciuga le lacrime; non fa morire le persone, ma comunica una vita indistruttibile.

Allora ripensiamo a questa lettura della croce come prova che Dio ci manda!

 

5.FIGLI DI DIO

E’ volontà di Dio che noi abbiamo la stessa sua vita: figli per adozione.

Che cosa dicono i vangeli.

Accettando il messaggio da lui proposto, nei comportamenti di ogni giorno, il suo modello di vita, i valori trasmessi dal Padre,diventiamo figli raggiungendo la piena maturazione della vita.

Essere figli di Dio non è uno status che resta stabilizzato , ma si sviluppa ogni giorno, comunicando vita con opere di amore.

Lc. 6,35 ci dice come diventare e restare figli “Amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperare di ricevere in cambio. Sarete veramente figli di Dio, che è buono anche verso gli ingrati ed i cattivi ”.Le Beatitudini di Matteo 5,1-12traducono il messaggio e lo applicano.

Mt. 5,9 “Beati quelli che lavorano per la pace, perchè questi Dio li riconosce figli suoi”.

Pace ha un senso più ampio in aramaico: concordia, mancanza di guerra, prosperità, pace, benessere.

Quanti si adoperano perché l’uomo sia felice sono riconosciuti da Dio, perché fanno le stesse cose che fa Dio.

Dio è amore; per assomigliare a lui dobbiamo amare, lavorare perché l’uomo sia felice, per costruire la pace, per togliere gli ostacoli alla felicità, che sono ignoranza, fame, miseria, discriminazione , sopruso, violenze,guerre  . Chi non lavora in questo senso rallenta il Regno di Dio, pone ostacoli.

Non sono ancora comparse  le rinunce, i sacrifici indicati come “croce”.

Giovanni dice: si diventa figli accogliendo Gesù nella nostra vita, cioè dando solo risposte d’amore.

Luca la associa a condivisione di quel che si ha con chi non ha, esprimendola con il perdono, neutralizzando i sentimenti di odio con un’offerta più grande di amore “Se tuo fratello ha qualcosa contro di te, vai subito a riconciliarti” (Mt. 5,23).

Perdono è offerta generosa ed incondizionata di fronte alla chiusura “Padre perdonali perché non sanno quello che fanno” (Lc. 23,34).

Sono atteggiamenti a cui tutti possiamo arrivare: si tratta di voler bene agli altri sempre, in qualsiasi condizione. Questo permette alla nostra vita di crescere e nell’altro produce capacità di amare.

Compiere la volontà del Padre è sviluppare in pieno la nostra vita fin da subito.

Siate, dunque, buoni fino in fondo, “Siate perfetti come il Padre vostro” (Mt. 5,48): capaci di un amore che non si lascia imporre limiti dal comportamento negativo di altri, capace di arrivare a chi non lo merita, al “nemico””Amate i vostri nemici,fate del bene a chi vi odia… “!.

 

(Scheda biblico-pastorale redatta da Fredo Olivero – San Rocco,  2013.10)

 Torino san Rocco 2013.10.