PERCHE’ UN LABORATORIO ?

Perché l’esperienza di laboratorio: Prevede un lavoro personale attivo su un argomento, tema o problema che sia

  • Facilita la creazione di percorsi cognitivi
  • Produce idee in merito ad uno specifico compito
  • Offre l’occasione per rispondere ad una serie di domande
  • Consente l’approssimarsi a risposte sufficientemente accettabili
  • Permette di accogliere tali risposte da cui si riparte per formulare altre domande, da approfondire e meglio comprendere

PERCHE’ UN LABORATORIO DI VANGELO?                 
 
Perchè:

  • nel Laboratorio di Vangelo ci si sperimenta su temi e problemi, che riguardano domande fondamentali e fondanti la nostra vita
  •  è un luogo privilegiato dove ci si domanda chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo
  • Ci si chiede quale senso ha la nostra vita e quale vogliamo e intendiamo darle
  • Si comincia a capire l’affermazione : “ Sono venuto perché abbiano vita e l’abbiano in abbondanza “  Giovanni, 10.

PERCHE’ E COME PRENDERSI “  CURA “ DEI RAGAZZI?

  •  “ PRENDERSI CURA “  è stato interpretato nel senso del “cosa fare”   per  “REALIZZAREIL PROPRIO ITINERARIO DI VITA”
  • Si è capito che SIAMO CARICHI DI BUONE INTENZIONI da TRASFORMARE IN PRATICHE  DI VITA  e
  • CHE LE PROVOCAZIONI PROFONDE DEVONO ESSERE SEGUITE DALLA RICERCA DELLE SORGENTI DI VITA
  • “Gettate su Dio ogni vostra preoccupazione….” 1^ ai Corinzi, 3; 16

Le nostre riflessioni ci hanno fatto capire che prendersi cura vuol dire:

  • Promuovere la dignità e i diritti delle persone
  • Curare e proteggere il bene comune
  • Rispettare il creato, il territorio in cui si vive e agisce, l’ambiente da consegnare a  chi ci seguirà
  • Essere solidali
  • Attivare processi di riconciliazione , di accettazione, di rispetto reciproco
  • CONSIDERARE LA CURA COME ANIMA DI TUTTE LE RELAZIONI

Durante le attività di laboratorio il “prendersi cura gli uni degli altri” ha inteso rispettare:

  • l’età anagrafica dei partecipanti
  • la possibilità di comprendere i messaggi e le esperienze di vita
  • la capacità di porre domande, di comprendere, elaborare, riflettere, confrontare pensieri e risposte diversi

IL RUOLO DELL’ADULTO          L’adulto:

  •  accoglie, senza esprimere valutazioni, domande, risposte e riflessioni dei  ragazzi
  • Sollecita e stimola ciascuno a fornire la propria visione di ciò che viene proposto
  •  ammette con semplicità  che non ci sono risposte per tutto e , soprattutto, che non ci sono risposte preconfezionate, ma che si può indagare insieme
  • Rassicura confermando che nessuno ha chiaro tutto e che ci si muove in un campo in cui l’unica certezza è che SIAMO AMATI E CHE SIAMO INVITATI AD AMARE alla stessa maniera
  • Fornisce il proprio contributo e concorre alla riflessione, facilitando l’aprirsi verso nuove prospettive
  • Infine raccoglie in una sintesi, rispettosa di tutti i contributi, le varie argomentazioni e riconduce al tema proposto in modo da far emergere gli aspetti più coerenti e pertinenti rappresentati durante ogni incontro

A COSA SERVE UN LABORATORIO DI VANGELO            SERVE :

  • a comprendere che non sono i rituali, le preghiere imparate a memoria,il  dare la “decima”, com’era obbligo per gli ebrei, che ci potranno mettere al riparo da punizioni o ci faranno degni di premi. Dovremmo aver capito che DIO E’ AMORE SENZA CONDIZIONI
  • a farci incontrare gli altri alla maniera di Gesù, che si è fatto Uomo come noi e che ci ha raccontato del Padre suo
  • a permetterci di cogliere la forza dell’AMA GLI ALTRI COME IO AMO TE
  • a comprendere l’AMORE e la MISERICORDIA INFINITA  del Padre che aspetta sulla strada il figliol prodigo e gioisce alla sua vista. Sa bene quel che ha combinato, ma lo ha atteso, gli ha dato il tempo per capire ed è pronto ad accoglierlo. Sa anche bene che l’altro figlio, che ha rispettato tutte le regole, avrà molto da dire. L’amore di questo Padre supera tutto e trova spazio per ciascuno
  • a far comprendere la preoccupazione e  la sollecitudine del BUON PASTORE che va in cerca dell’unica pecora smarrita e si rallegra quando la trova, se la carica sulle spalle e la riporta all’ovile. Ben ci racconta l’icona dell’anno della Misericordia: l’uomo, sulle spalle del Cristo, guarda con sguardo nuovo attraverso l’occhio dell’Uomo-Dio

Molte altre ragioni potrebbero essere sottolineate, ma ci è bastata l’immagine di un ponte speciale di cui ci ha fatto dono Peter; un ponte strano, con tante scale che permettono di salirvi e di scendere.

Al colmo di questo ponte una piazza dove si potranno incontrare tantissime persone diverse: starà a noi guardarle con l’occhio dell’amore e dell’empatia o con il carico dei pregiudizi e della diffidenza.

Ciò che il Vangelo, le nostre tante domande, la nostra voglia di capire, le riflessioni e le condivisioni ci hanno permesso si è concretizzato nelle dichiarazioni dei ragazzi, che hanno con forza e semplicità affermato: “ MI SENTO PRONTO,  SONO PRONTA “ E SIAMO PARTITI VERSO LA CONQUISTA DI ALTRE PARTI DEL NOSTRO ITINERARIO DI VITA Ora  ci è un po’ più chiaro il senso del “ IO SONO VENUTO PERCHE’ ABBIANO VITA E L’ABBIANO IN ABBONDANZA “

Dedicato a:Alessandra, Anita, Anna,Giulio, Lucia, Pietro,Tommaso con i quali siamo cresciuti anche noi adulti;                                                                                                                                                            alla Comunità di S. Rocco di cui facciamo parte e con la quale condividiamo la sintesi di un percorso che si è dipanato negli anni. Grazie ai genitori che hanno arricchito le nostre riflessioni

Don Fredo, Lina, Maria Claudia, Margot, Peter