Trio-sonata in do minore QV.2 Anh.5 di Johann Joachim Quantz,
eseguita da Rossella Cappotto (flauto), Luigi Finetto (oboe) e Francesco De Giorgi (clavicembalo).

Il musicista e flautista tedesco, vissuto tra il 1697 e il 1773, contemporaneo di Bach, Haendel e Telemann,
nonché di Vivaldi, Scarlatti e Cimarosa sul versante italiano, fu prodigo nella composizione di opere per il proprio strumento
(più di 300 concerti per flauto e orchestra, 200 opere per flauto solo, sonate e trii).
Musicista di corte al servizio del Re di Prussia per 32 anni, Quantz possedeva anche una propria fabbrica di flauti;
a lui si deve infatti molto sul miglioramento meccanico di questo strumento, così come di grande importanza e ancora attuale,
dal punto di vista della tecnica esecutoria, è la sua opera “Saggio di un metodo per apprendere a suonare il flauto traverso”. 
Il brano che vi proponiamo oggi è una Trio-sonata, ovvero una composizione a tre voci, dove il contrappunto
(ovvero l’arte di mescolare “orizzontalmente” le linee melodiche in modo che anche la loro armonia “verticale” funzioni)
ha un’importanza primaria. Le due voci principali, quelle più acute, sono affidate al flauto e all’oboe,
mentre quella di registro inferiore è eseguita al clavicembalo (ma all’epoca poteva essere sostituita
anche da un violoncello). La presenza nel nostro caso di questo terzo strumento, che esegue la linea melodica
con la mano sinistra, permette di poter inserire – con l’altra mano – una serie di accordi aggiuntivi, non scritti,
lasciati all’improvvisazione dell’esecutore (che si attiene ovviamente però a rigorose regole armoniche),
conferendo una maggiore “solidità” alla struttura musicale.

Il risultato è una composizione estremamente elegante e raffinata, suddivisa in quattro movimenti di carattere contrastante,
in cui i tre strumenti “dialogano” porgendosi vicendevolmente i temi musicali, talvolta rispondendosi, altre volte interrogandosi
e aggiungendo continua curiosità, estro, matematica della musica e intelletto alla conversazione.