DIVENTIAMO AUGURIO PER CHI CI INCONTRA: RESTIAMO UMANI !
Nel 70°anniversario dei diritti umani(1948)Articolo 13 “Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese”.
VENNE TRA I SUOI MA I SUOI NON LO ACCOLSERO. (VANGELO DI GIOVANNI).
Lo commento con un fatto reale avvenuto in questi giorni in Italia. “Dice di avere diciannove anni, secondo me ne ha pure meno, (come Maria di Nazaret forse 15ndr). È sbarcata a Pozzallo, teneva in braccio un fagotto di pochi giorni: una bambina. Eritrea, povera, disperata, prigioniera della furia degli uomini in Libia. Stuprata più volte, miracolosamente viva .Ha partorito da sola, nel buio di una cella, prima di partire. Poi si è imbarcata con la sua bambina, ancora sporca di sangue, senza amici, ne’ denaro, nessuno da chiamare per nome.Una solitudine disperata, un amore disperato. L’amore nonostante la violenza.
Quando è arrivata nel reparto di Neonatologia dell’ospedale di Ragusa, si è prestato immediatamente soccorso alla piccola: le sue condizioni erano critiche.
Ma la violenza l’ha seguite: “quella bambina porta malattie ai nostri figli, andatevene. Portate via quella bambina! Qui non la vogliamo!”
A urlarle addosso questo odio sono altre madri, donne che hanno un compagno, una madre e un padre commossi per il nipotino, una casa. Donne che non hanno capito chi avevano di fronte. Madri che hanno rifiutato una vita dopo averne messa al mondo un’altra.
Hanno chiamato i carabinieri per farla portare altrove: questa ragazza magra, disperata, vestita di stracci, sola con la sua bambina.
E i carabinieri sono arrivati, hanno riportato un “po’ d’ordine” dicono.
Già, come se avere una bambina in una culla al caldo non fosse “ordine”, come se prestare soccorso e rinfrancare una donna che ha subito chissà cosa per chissà quanto non fosse “ordinato”, ma pericoloso, oltraggioso, disturbante.”…
Quando la vita ci disturba siamo arrivati al capolinea.
Quando servono i carabinieri per proteggere una donna che ha partorito da sola in un inferno ed è arrivata viva e deperita dall’odio di altre donne che hanno partorito con la camicia da notte candida, un borsone di tutine pulite e coccole e foto ricordo, siamo al capolinea.
Cosa ci ricorda questa ragazza coraggiosa che non vogliamo accettare?L’amore oltre la violenza: ci ricorda nulla? L’amore oltre la tortura ci ricorda nulla? L’abbiamo sotto gli occhi, l’immagine di quel cristo bambino che preghiamo e al quale chiediamo aiuto, se siamo credenti.
Abbiamo l’opportunità di toglierlo dalla croce o ributtarlo in mare: la risposta la sapete.
L’abbiamo rinnegato una volta e da allora non abbiamo più smesso. Persino di fronte all’amore riusciamo ad odiare. Le ho dato un nome di fantasia a questa donna, l’ho chiamata Fara ma a me piacerebbe chiamarla per nome Faith(fede) e abbracciarla forte.
A tutti BUONA VITA diventiamo noi augurio per chi ci incontra RESTIAMO UMANI!
Fredo Olivero – San Rocco Torino 24.12.2018