Gv. 20,19-31

OTTO GIORNI DOPO VENNE GESU’

 

Non basta sapere che Gesù è risorto, bisogna farne esperienza, avere coscienza che è vivo.

Gv. 20,19 “Il giorno primo (quello della creazione, qui  della vita nata dalla risurrezione, che non avrà mai fine) mentre tutte le porte del luogo dove si trovavano i discepoli erano chiuse per paura …. venne Gesù, stette in mezzo a loro”. Di lì comunica il nuovo messaggio, la vita dicendo: Shalom a voi! Pace, benessere, salute, gioia, felicità. Non è un augurio, ma un dono.  E i discepoli sostituiscono gioia e serenità alla paura perché vedono che in lui la morte è fiorita in modo nuovo, pieno, con una vita oltre la morte.

E il dono  lo ripete e poi indica il loro compito: testimoniare, attraverso i fatti, quanto rende la vita migliore, la vita degli uomini e delle donne, quanto arricchisce la vita di chi incontrano (“Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi!”).

E per questo ci dà la forza “Ricevete Spirito Santo” (sena articolo) mettendo in atto la capacità di accogliere questo amore.

E specifica il mandato, l’incarico, la responsabilità è per tutta la comunità (non per alcuni) ed è di rendere viva la luce dell’amore e della vita: è la comunità che viene rinnovata dallo Spirito, che deve diventare una luce nelle tenebre. Chi ne entra a far parte, chi accetta, vedrà il suo passato ingiusto completamente cancellato.

Quelli che non accettano è perché odiano la luce ed il peccato rimarrà il loro.

Ma uno dei dodici, Tommaso, il “Gemello” (Didimo), quello che aveva detto “Andiamo a morire con lui”, non è presente. Con le sue dichiarazioni indica il bisogno disperato di credere (non è l’incredulo!).

“Otto giorni dopo”, quando la comunità celebra l’eucarestia nell’8° giorno, il primo della settimana, Gesù viene in mezzo a loro. Non è una apparizione personale, ma viene nell’eucarestia che li vede uniti e si manifesta con lo stesso augurio di pace e felicità: SHALOM. Sarà la sua presenza abituale e Tommaso lo riconosce “Mio Signore e mio Dio”, Gesù è come Dio,anzi Dio è come Gesù.

E allora Gesù proclama una nuova proposta di felicità (dopo aver detto “Beati se vi amerete servendovi l’un l’altro”): “Beati quelli che non hanno visto ed hanno creduto”. Chi pratica l’amore come servizio sperimenta la presenza di Cristo vivo, e aggiunge Chi crede, vede, non c’è più bisogno di vedere, basta fidarci.

Diventate per gli altri un segno, un riferimento!

Poi Giovanni conclude “Gesù fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro”. Proverei a tradurre il messaggio: questo è stato scritto in questo libro che vi consegniamo,  arricchitelo con la vostra esperienza.

“Ma tutto questo è stato scritto perché credendo abbiate la vita”, quella definitiva, capace di superare la morte.