LA NUOVA PENTECOSTE?
Premessa.
Stiamo vivendo un momento storico particolare, di grande soddisfazione e veramente per la Chiesa italiana e universale sono momenti sempre più importanti. Con il vescovo di Roma, papa Francesco stiamo vivendo un momento importante e va sostenuto perché ha tante reazione contrarie.
Ed è veramente bastato il brillare della luce di questo papa evangelico per far vedere il marcio che c’era. Grazie al nuovo spirito evangelico che rinasce.
Il tema è “Aspettando il nuovo Concilio: esaminiamo il concilio di Gerusalemme” :ci sarà una nuova Pentecoste. una liberazione dello Spirito?
1.Ho pensato di incominciare a rivivere con voi il Primo Concilio della storia, quello di Gerusalemme, che si trova negli Atti degli Apostoli. Un Concilio che non risolse il problema, si arrivò ad un compromesso e la Chiesa si trascina da anni i problemi irrisolti. Infatti si vede che ad ogni concilio non si arriva mai ad una soluzione radicale, ad una decisione molto chiara, ma sempre ad una soluzione di compromesso in modo che si accontentino le due forze che spingono: le forze legate alla tradizione, e le forze aperte al cambiamento. In queste due forze non c’è mai una chiara e netta presa di posizione, ma si tende sempre ad un compromesso, che serve a far contenti tutti quanti. I progressisti dicono: bene ho ottenuto questo, i tradizionalisti abbiamo conservato qualcosa. E questo lo si vede, purtroppo, dal primo concilio della storia, che esamineremo in alcuni capitoli degli Atti degli Apostoli. É stato il problema che c’è nella Chiesa, ma non solo, c’è stato addirittura nella composizione della Scrittura. Quali sono queste forze? Sono le forze legate al profetismo dello Spirito in unione con un Dio che fa nuove tutte le cose, che insegnano modi, comportamenti sempre nuovi;e quelle legate ai sacerdoti coloro che sono legati alla tradizione e ripetono le cose di sempre. Nella Chiesa di Gerusalemme e nella composizione dei testi sacri si sono spesso affrontate queste due forze. Una linea profetica aperta verso il nuovo e una linea sacerdotale attaccata alla tradizione; i libri della bibbia sono stati composti nell’ambito di questi due circoli. I libri più aperti sono stati scritti dai circoli profetici; quelli più chiusi, dai circoli sacerdotali. A volte nella composizione dello stesso testo si vede il compromesso tra le due forze, problematico è quello della creazione della donna. Nel libro della Genesi si dice che Dio creò l’Adam a sua immagine e somiglianza maschio e femmina li creò; ed è nato nel circolo profetico dove c’è questa grande apertura.
In una cultura prettamente maschilista del tempo, era inaccettabile che l’uomo e la donna avessero da Dio la pari dignità. Allora ecco subito dal circolo sacerdotale si corregge questa interpretazione e si scrive che Dio addormentò l’uomo, gli prese una costola e dalla costola creò la donna. Quindi non è vero che l’uomo e la donna sono creati a immagine di Dio, la donna è presa dall’uomo e per questo deve stare sottomessa!
Nello stesso libro della Genesi troviamo lo scontro – confronto tra le due correnti.
Normalmente non si riesce a risolvere questa tensione, tanto che nella Chiesa si convive tra queste due forze. Una forza di uomini animati dallo Spirito che portano avanti la comunità, e altri che legati alla tradizione e alla Legge, vogliono ripetere quello che sempre è stato detto. Sono quelli che difendono i famosi principi non negoziabili. In questi pagine vedremo le tappe che portarono al primo drammatico Concilio di Gerusalemme con una soluzione che non fu una soluzione, ma un compromesso, che la Chiesa si trascina da tempo.
2.Vediamo gli Atti degli Apostoli.
La situazione delle comunità cristiane che sono sorte, non è una situazione buona. Leggiamo Luca che ha composto un’unica opera in due parti, una la conosciamo come il vangelo e l’altra parte, che già nel primo secolo venne staccata, gli venne dato il titolo Atti degli Apostoli, e questo ha portato alla sua non considerazione di importanza, ma è lo stesso diviso in due parti: I) l’annuncio di Gesù; II) gli effetti di questo . Luca negli Atti 9,31 scrive La Chiesa era tutta in pace con tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria, attenzione non lasciamoci ingannare, non è un’affermazione positiva! Come può essere la Chiesa in pace addirittura in Giudea? Gesù Cristo è stato assassinato dalle autorità della istituzione religiosa come un maledetto da Dio, come un eretico, come un peccatore, com’è possibile che la comunità cristiana qui fosse in pace?. Evidentemente la comunità non ha ancora accolto la novità grande portata da Gesù e è diventata una dei tanti movimenti delle tante sette che esistevano all’epoca e che non crea alcun problema. Quando l’evangelista ci dice che la Chiesa era in pace, non sta facendo un complimento ad una situazione positiva, ma è una Chiesa che non ha rotto con l’istituzione religiosa giudaica. La comunità cristiana avrebbe dovuto seguire i passi di Gesù che comportano inevitabilmente l’opposizione e la persecuzione e spesso anche il martirio e la morte.
Addirittura veniamo a sapere dagli Atti, che dalla setta dei farisei molti erano entrati a far parte della comunità cristiana. Ma com’è possibile? Erano i mortali nemici di Gesù e adesso all’improvviso entrano a far parte della comunità cristiana? E quello che emerge con più drammaticità è che ritornano nella Legge, come se la Pentecoste non fosse avvenuta. Luca ci narra la Pentecoste, che è un fatto importante, ma che cos’è la Pentecoste? La Pentecoste era una festa giudaica con la quale si celebrava il dono della Legge sul monte Sinai; ebbene lo stesso giorno in cui la comunità giudaica festeggia il dono della Legge, lo stesso giorno sulla comunità dei discepoli di Gesù scende lo Spirito Santo; la relazione con Dio è cambiata;. Il credente con Gesù non è più colui che obbedisce a Dio osservando la sua Legge, ma colui che assomiglia al Padre praticando un amore simile al suo ,ecco perché sulla comunità cristiana scende lo Spirito forza dell’amore di Dio. Non più la Legge, ma l’amore, ma tutto questo sembra non sia avvenuto.
Quando inevitabilmente iniziarono i conflitti con i giudei, addirittura la prima Chiesa fu difesa da un componente del Sinedrio, ma come? Il Sinedrio non era quello che aveva fatto ammazzare Gesù?
Adesso il Sinedrio difende questa comunità? Infatti si legge: luca 5,34 Infatti Gamaliele, un dottore della Legge…, quando Gesù aveva detto: guai a voi dottori della Legge, adesso difende la comunità cristiana? Si vede che qualcosa non va. Gamaliele, scrive Luca, era onorato da tutto il popolo e non vede alcuna novità né alcun pericolo dal gruppo dei cristiani. Alle origini c’è stato qualcosa che non è andato. La persecuzione che poi si scatenerà contro la Chiesa di Gerusalemme dopo la lapidazione di Stefano, ma al momento non aveva minimamente toccato il gruppo deli apostoli.
Scrive Luca,
8,1 Tutti, ad eccezione degli apostoli furono dispersi nelle regione della Giudea e
Samaria; quando comincia la persecuzione gli apostoli non vengono toccati, perché? Perché in loro non vedono alcun pericolo, nessuna difficoltà nel gruppo, quindi c’è qualcosa che non va. Le Chiese non avevano rotto con l’istituzione giudaica nella quale si identificavano. C’è un brano gravissimo con i massimi dirigenti della Chiesa di
3.Gerusalemme capitanata da Giacomo! Chi è Giacomo?
Tutti i vangeli sono concordi nell’affermare che la famiglia di Gesù non ha mai creduto in lui. Addirittura nel vangelo più antico, quello di Marco, si legge del drammatico tentativo di rapimento di tutto il clan famigliare, compreso la madre, perché dicevano è andato fuori di testa. Quando Gesù parla a Nazareth nessuno gli crede. Giovanni nel suo vangelo addirittura arriva ad affermare: neanche i fratelli credevano in lui. É un’esperienza che facciamo tutti quando siamo nel bisogno, nella disgrazia, i parenti si dileguano, ma nel caso di una bella vincita quanti parenti scopriamo!
Nella Chiesa c’è un cambiamento, la famiglia di Gesù pretende di avere i primi posti nella comunità. Loro che non avevano creduto e non l’avevano seguito pretendono di avere i primi posti.
Poi torneremo su quest’argomento, perché vedremo come Pietro ha cercato di tenerli fuori. Quello che adesso ci interessa è che i massimi dirigenti della Chiesa di Gerusalemme, cappeggiata da Giacomo così descrivono a Paolo la realtà, leggiamola perché è un testo drammatico. Invitando Paolo ad osservare la Legge,
Giacomo dice:” vedi fratello, notate il linguaggio untuoso, clericale, tante migliaia di fratelli sono venuti alla fede, ed è drammatico, e tutti sono osservanti della Legge”. Della Legge? Come osservanti della Legge? Ma con Gesù non era incominciata una nuova relazione con Dio che non era più basata sull’osservanza della Legge, ma sull’accoglienza e sulla pratica del suo amore? Qui non si accenna al vangelo di Gesù, ma sono tutti osservanti della Legge.
Ed ecco il richiamo: “Ora hanno sentito dire che tu vai insegnando ai giudei sparsi tra i pagani di abbandonare Mosè, dicendo di non circoncidere più i loro figli e di non seguire gli usi tradizionali”. É un richiamo di Giacomo, integerrimo arrogante capo della comunità di Gerusalemme, a san Paolo, è il rimprovero di non osservare la Legge e di non seguire la tradizione e soprattutto il problema che verrà trattato a Gerusalemme, non so se c‘è da ridere o da piangere, pensando a certi argomenti, riguarda il “pisello”, il prepuzio. I grandi problemi della religione: il prepuzio, eppure sul prepuzio ha rischiato di naufragare la primitiva comunità cristiana, perché era il segno dell’alleanza con Mosè. Giacomo invita Paolo a fare dei sacrifici ed osservare la Legge, Paolo purtroppo acconsente. La situazione nelle Chiese è penosissima. Gesù aveva dato una certezza, che è sempre attuale specialmente nella Chiesa di papa Francesco, Gesù ha rassicurato Pietro: “Pregherò per te, che la tua fede non venga meno e quando tu ti sarai convertito confermerai i fratelli nella fede”. Pietro incomincia le fasi della conversione e lo fa visitando le comunità cristiane che sono una pena.
4.La tecnica di Luca è presentare una comunità attraverso i personaggi.
Pietro va nella comunità di Lidda, una cittadina dove trova Enea [Atti 9,32] che è paralizzato da 8 anni; il numero è importante. Il numero 8 nel cristianesimo primitivo indicava la resurrezione di Gesù, Gesù è resuscitato il primo giorno dopo la settimana. Per cui il numero 8 indicava la resurrezione; le beatitudini di Matteo sono 8 , e significa che l’accoglienza di questo messaggio fa rinascere nella persona una vita che è capace di superare la morte. Mentre il numero otto indicava la vita capace di superare la morte in questa comunità c’è la paralisi : c’è una situazione stagnante. Poi va a Giaffa [Atti 9,36] dove trova la comunità di Tabità, una donna molto pia che è addirittura morta. La situazione delle comunità cristiane è stagnante, paralizzante, o morta.. Incomincia il travaglio interiore che porterà Pietro alla grande conversione, a quel cambiamento che ancora oggi si stenta a portare avanti nella Chiesa.
Atti 9,43” Avvenne poi che per parecchi giorni, Pietro rimase in Giaffa …”; è strano c’è la comunità di Tabità, che Pietro rianima come ha guarito la comunità di Lidda, perché Pietro non rimane nella comunità di Tabità che era una comunità di persone pie, religiose, ma fa la strana scelta, Pietro rimase in Giaffa, presso un certo Simone, conciatore di pelli. Il conciatore dovendo trattare con animali morti, per la Legge di Mosè era considerata una persona impura ed equiparata ad un lebbroso. Pietro incomincia ad incrinarsi, ci vorrà un po’ e questo è un incoraggiamento per tutti noi. A volte sembra impossibile che dopo tanti anni di accoglienza del vangelo, la nostra vita sembra muoversi a rilento. É quello che è successo nella Chiesa primitiva, sono passati anni dopo la resurrezione di Gesù e ancora la fioritura del suo messaggio deve fare tanta strada. Pietro incomincia a incrinare un po’ il fronte e va ad alloggiare verso un certo Simone che si dedica senza alcun scrupolo (è una comunità di credenti in Gesù) ad un lavoro che lo mantiene praticamente separato dall’istituzione religiosa; ma è l’unica comunità che non sia ammalata, delle altre due pie, attaccate alla Legge, una è paralizzata e l’altra è morta. Qui c’è una comunità che per la Legge è impura, ma è l’unica che sia viva e Pietro decide di andare proprio a casa di questo Simone.
Pietro diventa impuro piuttosto che permanere in comunità pie, ma carenti ed esponendosi così alle critiche, alle mormorazioni delle comunità osservanti.
Questo è il primo passo di Pietro verso quella che sarà poi la sua conversione preferito andare a vivere presso una persona impura, divenendolo anche lui. Naturalmente quello che ha fatto Pietro è una gravissima trasgressione per gli ebrei.. Quando anche
Pietro, poi lo vedremo in questo Concilio, dovrà rendere conto del suo operato, si guarderà bene dal dire: ho alloggiato in casa di un conciatore, ma dirà stavo pregando nella città di Giaffa e ometterà che alloggiava da Simone il conciatore. Quello che ha fatto è qualcosa di scandaloso e riprovevole.
Il Signore sta lavorando alle tappe della sua conversione, quando si abbandona anche di poco la Legge, dalla minima incrinatura si permette l’ingresso allo Spirito e lo Spirito agisce attraverso la persona ritenuta più lontana e addirittura, per la Legge, esclusa da Dio. Lo spirito non trovando accoglienza nella comunità di Gesù, aggira gli ostacoli.
Nel capitolo 10 degli Atti appare la figura importante per la costruzione della chiesa, di Cornelio. Chi è Cornelio? È un centurione romano, un appartenente alle truppe di occupazione della Palestina, ma soprattutto è un pagano e i pagani sono persone impure, escluse dall’azione di Dio. Atti 10,3 Cornelio che era comunque una persona pia, verso le tre del pomeriggio fa un’esperienza del Signore. Le tre del pomeriggio è l’ora della morte di Gesù, l’evangelista ci vuol dire: ecco gli effetti della morte di Gesù. In questa esperienza gli appare, secondo gli Atti degli Apostoli, un angelo del Signore e poi dopo dirà un uomo di splendida luce, che gli dice 10,5 “Ora manda degli uomini a Giaffa e fa venire un certo Simone detto anche Pietro. Egli è ospite presso un certo Simone il conciatore, fa capire che è un giudeo, ma non tanto osservante se vive in casa di un conciatore, la cui casa è presso il mare.
Perché il particolare del mare? Di per sé non è un particolare che arricchisce il contenuto. Quando nei vangeli, dobbiamo abituarci a leggerli così, troviamo dei particolari che di per sé non arricchiscono il contenuto, sono particolari preziosi, perché il mare?
Il mare è la frontiera con il mondo pagano, e Gesù con il suo insegnamento si è messo sempre verso il mare anche se era un lago, perché voleva andare verso i pagani, ma ha trovato sempre resistenza. Quando Gesù nei vangeli dice ai discepoli: andiamo all’altra riva (l’altra riva era la riva orientale del lago di Galilea,terra pagana), i discepoli a mala voglia ci vanno, e tutte le volte che Gesù lo dice ai discepoli,quando si imbarcano scoppia una tempesta. Ma benedetto Cristo, una volta tanto vuoi guardare il tempo prima di organizzare il viaggio? Possibile che tutte le volte che prendiamo la barca e andiamo all’altra riva, abbiamo il vento contrario e addirittura, scrive l’evangelista, la barca sta per affondare? Il vento contrario è lo spirito dei discepoli che non ne vogliono assolutamente sapere di andare a portare la Buona Notizia anche ai pagani.
5.Mentre i discepoli non intendono portare la Buona Notizia ai pagani, saranno i pagani a portare la Buona Notizia ai discepoli. Pietro, il capo della Chiesa secondo la tradizione primo papa, sarà convertito da un pagano, è importante perché se prendiamo seriamente questi elementi ci sono indicazioni per aprirci di molto la mente. Il mare significa un orientamento verso il mondo pagano.
Mentre Cornelio manda chiamare Simon Pietro, Pietro vive un’esperienza che lo trasformerà profondamente. É significativo che questa esperienza gli capiti in casa di un personaggio impuro dove l’azione divina non risaltava e non in quelle comunità pie, ma carenti di vita. Lo Spirito forza della vita, agisce dove c’è vita e non dove c’è l’osservanza religiosa. Vediamo l’importante esperienza che ha cambiato radicalmente la vita di Pietro, anche se c’è voluto del tempo, prima che lui ne prendesse coscienza e che diventasse . Atti 10,9 L’indomani mentre quelli erano in cammino, Cornelio manda degli uomini a Giaffa da Pietro, e si avvicinavano alla città, Pietro salì sulla terrazza a pregare intorno all’ora sesta. Quanto è stato difficile per la primitiva comunità cristiana abbandonare la tradizione religiosa, per aprirsi al nuovo di Gesù!
Gesù aveva dichiarato il Tempio un covo di banditi, e nel vangelo di Luca si legge che i discepoli andavano a pregare proprio al Tempio. Il momento drammatico dell’ascensione di Gesù descritta dall’evangelista è tragicomico. Mentre Gesù li spinge fuori da Gerusalemme, loro, scrive l’evangelista, tornarono a Gerusalemme e addirittura nel Tempio, che Gesù aveva dichiarato che doveva essere distrutto perché una istituzione religiosa che anziché comunicare vita, trasmette morte, non ha diritto di esistere. Gesù l’aveva già dichiarata un covo di banditi, che adoperavano Dio per i loro interessi,
per le loro ambizioni, ebbene dove vanno i discepoli? A pregare nel Tempio, oppure osservando ancora la tradizione religiosa giudaica della divisione del giorno in momenti di preghiera, ecco che Pietro all’ora sesta sale a pregare in una terrazza! L’insegnamento di Gesù diceva: quando preghi vai nel luogo più nascosto della casa, in una cantina, in uno sgabuzzino, dove nessuno ti possa vedere e il Padre che vede nel segreto, ti ascolterà. E Pietro va nella terrazza. Abbiamo in mente le piedi. É il luogo più visibile, perché la preghiera doveva essere un insegnamento visibile agli altri. Ma come,
Gesù aveva detto: quando preghi nasconditi nel luogo più intimo, più nascosto della casa, Pietro va sul terrazzo in modo che tutti quanti lo vedano.
Era circa l’ora sesta. L’ora sesta è il momento in cui ci sono le tenebre sulla terra nel momento della crocifissione di Gesù. 10,10 Divenne affamato, strano è andato per pregare e divenne affamato! La fame significa il vuoto interiore che Pietro cercava di supplire con il rito, con la preghiera, e volle mangiare. Mentre glielo preparavano avvenne su di lui un’estasi, il termine non è quello che poi avrà nella mistica cristiana, estasi significa andò fuori di sé. È successo un fatto straordinario che lo ha mandato fuori di sé; è interessante che il Signore non gli si manifesta nella preghiera, ma con grande ironia il Signore gli si manifesta nella fame. Lo spirito non agisce nel culto, ma agisce nella vita. Che cos’è che ha mandato fuori di testa Pietro? Spero di poter esaminare bene questo pezzo perché è stato il grande cambiamento, la grande conversione di Pietro che lo ha portato ad una proclamazione di fede che dovrebbe essere la stella polare di orientamento di tutte le Chiese. 10,11 Vide il cielo aperto, significa una comunicazione divina, il cielo era la dimora di Dio, e vide scendere un recipiente, come una grande tovaglia. Attenzione poi i pittori si sono sbizzarriti a disegnare una tovaglia, non è una tovaglia, dice come una tovaglia, scende un oggetto dal cielo, a terra calata per i quattro capi, che significano i quattro punti cardinali. Un messaggio che riguarda tutta l’umanità. 10,12 In essa si trovava ogni sorta di quadrupedi, di rettili della terra, e volatili del cielo. In questo recipiente simile a una tovaglia, si trovano tutti gli animali secondo il racconto della Creazione, fatto nel libro della Genesi. Nel libro della Genesi, nato nei circoli profetici, si narra che Dio ha creato tutti gli animali; poi nei circoli sacerdotali della Legge di Mosè si dividerà in animali puri da quelli impuri. Uno con un po’ d’intelligenza si dovrebbe chiedere: ma Padre Eterno scusami, se un animale è impuro, non va né toccato né mangiato, ma perché lo hai creato? Hai creato tutto te! Prima li crei poi ci ripensi e dici: ah! questi li potete, le cavallette si. Il Padre Eterno un po’ di confusione nella Creazione ce la deve avere avuta, no? Nella visione si presentano gli animali fatti da Dio secondo il racconto della Genesi, poi verrà Mosè con la sua Legge a distinguere tra animali toccare e questi no! il maiale non lo potete mangiare puri che si possono mangiare e impuri che non si possono neanche toccare. Va ricordato che poi nell’episodio di Noè, Noè salvò tutti gli animali puri e impuri. 10,13 Allora risuonò una voce che gli diceva: “Alzati Pietro, il discepolo si chiama Simone, Gesù nel vangelo di Luca gli mette un soprannome negativo, che indica la sua cocciutaggine, la sua testardaggine. Gesù non lo chiamerà mai con il soprannome negativo, testa dura, pietra, soltanto gli evangelisti. É un artifizio letterario, quando vogliono presentare Simone in sintonia con l’insegnamento di Gesù lo presentano con il suo nome; quando Simone tentenna tra l’accoglienza di Gesù e l’opposizione viene presentato come Simon Pietro; quando è chiaramente all’opposizione è presentato soltanto con il soprannome negativo Pietro. Mai Gesù si rivolge al discepolo chiamandolo con il soprannome, solo gli evangelisti. Soltanto una volta nel vangelo di Luca, Gesù si rivolge a Simone chiamandolo Pietro per indicargli il suo tradimento: Pietro, oggi io ti dico non canterà il gallo prima che tu per tre volte avrai negato di conoscermi. Gesù si rivolge chiamandolo con lo stesso nome con il quale gli ha annunciato il tradimento, quindi lo mette in guardia. Chiamando con questo termine gli ricorda il tradimento. Adesso ci sono tre verbi all’imperativo che non permettono discussione; alzati, uccidi e mangia! È una comunicazione divina, Pietro riconosce che è Gesù, perché lo ha chiamato Pietro annunciandogli il tradimento, ma non per niente si chiama Pietro. La figura di Pietro è quasi una caricatura che l’evangelista ci fa del discepolo, ma è una caricatura a nostro vantaggio, perché se Gesù è riuscito a convertire un testardo come Pietro, senz’altro ce la farà anche con noi.
Abbiamo una comunicazione divina, Gesù stesso che si rivolge a Pietro e lo chiama Pietro ricordandogli il suo tradimento e lo invita ad alzarsi uccidere e mangiare. Come doveva essere la risposta di Pietro? Non per niente si chiama Pietro. 10,14 Pietro disse: “Giammai Signore, mai ho mangiato nulla di profano o di immondo. É l’osservante della tradizione, della Legge, nonostante Gesù lo inviti: uccidi e mangia, lui risponde: non l’ho mai fatto. Ma chi hai seguito? Allora quel famoso episodio della discussione con i farisei che sono attaccati alla tradizione del puro e l’impuro,quel famoso episodio in conseguenza del quale Gesù è dovuto scappare all’estero tanto l’aveva sparata grossa, quando aveva detto: ma non capite che la relazione con Dio, quello che rende puro o impuro l’uomo non è ciò che gli entra, che va a finire nella pancia e poi usa un termine forte, va a finire nel cesso, nella latrina, ma quello che dall’intimo del cuore esce e danneggia l’altro, è questo che rende puro o impuro le persone. E Marco scrive: così Gesù dichiarava puri tutti gli alimenti.
Gesù l’ha sparata grossa, dichiara puri tutti gli alimenti! Oh! Il libro del Levitico [cap.11], contiene dei capitoli con l’elenco degli alimenti e animali puri e impuri, come fa Gesù a dichiarare puri tutt gli alimenti? È sbagliato il libro del Levitico? È sbagliato, perché non manifesta la volontà di Dio.
Ma questo è pericoloso, perché se incominciamo a dire che un libro della bibbia in alcune parti non esprime la volontà di Dio, succede il terremoto. Se incominciamo a distinguere togli questo, togli quest’altro rischia di crollare tutto il castello. Infatti Gesù dopo questo discorso è dovuto scappare all’estero. Ma Pietro era sempre con lui, Pietro insieme a Giacomo e Giovanni i discepoli più recalcitranti, più riottosi erano sempre con lui, ma non hanno ascoltato niente, non hanno capito niente. L’ambizione, il desiderio di supremazia, di potere sugli altri che Pietro condivide con Giacomo e Giovanni, li rende sordi all’insegnamento di Gesù, Gesù parla e loro non sentono. Vi ricordate
Quando Gesù è arrivato ormai a Gerusalemme e per la terza volta annuncia il suo destino e più brutale non poteva essere: vado a Gerusalemme sarò ammazzato! Chiaro! Chiarissimo, di nascosto dagli altri Giacomo e Giovanni: maestro a Gerusalemme dacci i posti più importanti, uno a destra e uno a sinistra. Ma come, ha appena detto che va ad essere ammazzato? Non basta che Gesù parli, questa parola di Gesù non arriva al cuore delle persone. Com’è possibile che Pietro: giammai Signore, perché mai ho mangiato nulla di profano e di immondo. Ma allora chi hai seguito? Hai seguito la tua idea di messia trionfatore, ma non hai seguito Gesù. La reazione di Pietro rivela la grande sicurezza che ha ancora questo discepolo a resistere e soprattutto dell’osservanza della Legge. 10,15 E una voce di nuovo, seconda volta, ricordate il numero tre, a lui: “Ciò che Dio ha purificato tu non chiamarlo immondo”. Pietro resiste, ma Gesù non cede, la creazione è opera di Dio e Dio ha fatto tutto puro. Il discorso che poi sfocerà, è quella di considerare delle persone impure e quindi escluse da Dio. Delle persone da rifiutare, da emarginare, comunque delle persone che non sono dei nostri, che non possono far parte della nostra comunità.Quindi è un discorso qui non si tratta di lucertole cavallette, o lepri, è qualcosa di più profondo. La creazione è opera di Dio e Dio ha creato tutto puro. É la Legge di Mosè che aveva separato come gli animali così anche gli uomini, tra puri e impuri, come espressione della santità di Israele rispetto ai pagani. Gesù aveva eliminato tutte le distinzioni, quindi per la seconda volta gli ha detto: ciò che Dio ha purificato tu non chiamarlo immondo. L’argomento va aldilà degli animali10,16 Questo avvenne per tre volte; tre come il tradimento di Pietro. Povero Pietro da quando il gallo ha cantato, al numero tre va in fibrillazione; e immediatamente l’oggetto fu risollevato in cielo. Pietro rimane sconvolto da questa esperienza. Quindi un invito di Dio a superare la Legge del puro e dell’impuro, e Pietro capisce subito, va al di là di quello che è permesso o non permesso mangiare, qui in gioco è la relazione con quell’umanità che Israele considerava impura, perché non apparteneva al popolo eletto, al popolo santo. 10,17 Mentre Pietro era rimasto perplesso su cosa fosse la visione che aveva visto, ecco gli uomini inviati da Cornelio, informatisi sulla casa di Simone, furono alla porta. 18 Avendo chiamato, domandarono se Simone, quello sopranominato Pietro fosse lì. Pietro è ancora sconvolto da questa esperienza che gli cambierà radicalmente la vita, che arrivano gli uomini inviati da Cornelio. 10,19 Mentre Pietro rifletteva sulla visione lo Spirito gli disse: “Ecco tre uomini ti cercano”; Prima: alzati, uccidi e mangia,adesso di nuovo tre imperativi, di cui il primo verbo è in relazione con il primo 20 alzati, scendi e va’. L’evangelista vuol far capire che c’è stretta connessione tra alzati e uccidi e mangia, non fare distinzione tra animali puri e impuri e l’accoglienza dei pagani: alzati scendi e va’; ecco perché usa lo stesso verbo; con loro perché io li ho inviati”. Ma non li aveva inviati Cornelio? Adesso lo Spirito di Dio dice che lui li ha inviati. Cornelio il pagano è stato uno strumento dello Spirito. Lo Spirito Santo una volta che Pietro ha smesso di offrire resistenza alla voce di Gesù, che gli ha ricordato il suo triplice tradimento, approfitta di questa apertura per aiutarlo a liberarlo dai suoi pregiudizi. Lo Spirito Santo attende pazientemente che, nella nostra vita, abbassiamo la guardia dell’osservanza della Legge, dell’attaccamento alle tradizioni, della schiavitù di pregiudizi, per entrare nella vita delle persone. Quello che è importante è che non era Cornelio che aveva inviato gli uomini, ma lo Spirito. Cornelio il pagano, aveva agito mosso dallo Spirito, come un vero profeta. L’evangelista ci sta dicendo qualcosa di tremendo, che dovremmo tenere ben presente, per convertire un cristiano, lo spirito si serve di un pagano. Per convertire Pietro lo Spirito si è servito di Cornelio, un pagano. L’evangelista non fa soltanto una cronaca storica accaduta ormai in tempi remoti, ma dà delle indicazioni per la vita dei credenti di ogni tempo. Quello che l’ebreo, nella sua superiorità, considerava la persona più lontana, esclusa da Dio, per la quale non c’era più speranza di salvezza, in realtà è stato colui che ha portato la salvezza a Pietro e quindi alla comunità cristiana.
10,23 Pietro allora li fece entrare e li ospitò.
6.Pietro ormai in questo clima di apertura, addirittura li ospita – ma non era permesso ospitare dei pagani- per quella notte e poi il giorno dopo parte, va verso la casa di Cornelio. Cornelio, questo è importante, quando lo vede si getta ai piedi [10,25] di Pietro e 10,26 Pietro disse: “Alzati, anch’io sono un uomo!”. Se fossero state comprese nella Chiesa queste parole: Alzati, anch’io sono un uomo! Ma come ci tengono i tronfi appartenenti alla gerarchia, farsi baciare la mano, inchini, genuflessioni, ci tengono tanto . Alzati! Anch’io sono un uomo. Mosso dallo Spirito di Gesù, va a Giaffa a casa di Cornelio ed ecco l’importante dichiarazione, che se compresa e accolta, è la stella polare del comportamento delle persone ed è quello che con papa Francesco ora stiamo vedendo. 10,28 E disse a quelli: “Voi sapete che non è lecito ad un uomo giudeo unirsi o avvicinarsi a uno straniero”. È il fondamento del razzismo. È la religione che è profondamente razzista e violenta, in nome della religione – è la religione che fa questo – Pietro dice: non è lecito ad un giudeo unirsi o avvicinarsi a uno straniero, e guardate che questo è ancor oggi. Rimasi sconvolto, quando anni fa, in un libro attuale di morale ebraico lessi queste parole testuali, le ho imparate a memoria perché tanto mi hanno sconvolto: “Uno dei motivi per i quali noi giudei non possiamo bere il vino con i “Goim” [termine che indica non ebrei] è che il vino induce ad affabilità e noi essendo il popolo sacerdotale, eletto, non possiamo entrare in affabilità con quelli non appartenenti a questo popolo”. Questo oggi, immaginatevi a quel tempo. E Pietro dice: non è lecito ad un uomo giudeo unirsi o avvicinarsi ad uno straniero ed entrando in casa di questo pagano fa qualcosa di incredibile, ed ecco la rivelazione: 10,28 ma Dio mi ha mostrato che non si deve dire profano o immondo nessun uomo. È un terremoto!. É stata la religione che nella sua perversione ha diviso le persone tra puri e impuri, tra giusti e peccatori, ma Dio non fa distinzioni.
Questa è una distinzione che ha creato delle divisioni, disperazione nelle persone; una religione che ha detto: tu per il tuo comportamento, per la tua condotta sei escluso, sei impuro, perché per te non c’è nessuna salvezza! Questo non riflette la volontà di Dio; Dio mi ha mostrato che nessun uomo può essere considerato immondo o impuro. Allora Pietro comincia a capire pian, piano la grandezza di Gesù. Qual è questa grandezza di Gesù ? Gesù non è stato un maestro spirituale che ha voluto portare gli uomini verso Dio. Se uno ha l’ambizione di portare verso Dio inevitabilmente qualcuno rimane indietro o escluso, perché non riesce ad osservare il cammino. Gesù non ha portato gli uomini verso Dio, Gesù ha portato Dio verso gli uomini. Come si porta Dio verso gli uomini? Attraverso la misericordia e la compassione. L’unico linguaggio che Dio parla. Mentre per portare gli uomini verso Dio inevitabilmente si entra nelle regole, nelle prescrizioni, nella Legge, portare Dio verso gli uomini si comunica vita, si trasmette misericordia e compassione e ci si avvicina a tutte le persone. Ecco la vera proclamazione, il vero atto di fede di Pietro: non esistono persone impure, non dobbiamo considerare nessuno, qualunque sia il suo comportamento, il suo atteggiamento, escluso dall’amore di Dio.
7. La frase che Luca ha messo in bocca a Pietro, rivela l’esperienza dell’universalità che la comunità cristiana a poco a poco sta facendo, aprendosi al mondo pagano, vedremo tra poco e questo ci deve far pensare.
Quando è che il gruppo di Gesù è stato riconosciuto come cristiano? In terra pagana, non in terra d’Israele. Questa distinzione che è tanto cara a tutte le religioni tra il puro e l’impuro, il sacro e il profano, credenti e non, santi e peccatori, non viene da Dio. Ripeto questa frase perché è importante: Dio mi ha mostrato che non si deve dire profano o impuro a nessun uomo. Ma il cammino è lento e Pietro di fronte a quest’avvenimento, scrive l’evangelista 10,34 Avendo aperto la bocca, Pietro disse: Pietro ha avuto questa rivelazione che non sono impuri e fa una sorta di catechesi – che ha un finale un po’ perplesso – in cui mescola il vecchio con il nuovo e dice una castroneria, ma vediamolo. “In verità comprendo che Dio non fa preferenze di persone, ma in ogni nazione chi lo teme e pratica la giustizia è da lui bene accetto. E ha ordinato di predicare al popolo d’Israele, ma non è quello che ha detto Gesù. Le ultime parole di Gesù nel vangelo di Luca, sono che nel suo nome saranno predicate a tutte le nazioni, le nazioni pagane. Pietro
nonostante questa esperienza dello Spirito…vedete quanto è difficile far fiorire questa nuova idea; tanto è la tradizione, tanto è nel DNA. Pietro già respinge il messaggio. Ci ha ordinato di predicare… Gesù aveva detto a tutte le nazioni pagane, Pietro a tutto il popolo; la predicazione è limitata al popolo d’Israele e di testimoniare.
Certe idee religiose le cacci dalla porta ed entrano dalla finestra e sentite che castroneria dice Pietro, 10,42 che egli è stato stabilito da Dio, giudice dei vivi e dei morti. Questo riguarda la tradizione ebraica, giudaica, dove mai nell’insegnamento di Gesù si parla di un Dio giudice dei vivi e dei morti? Addirittura nel vangelo di Giovanni Gesù lo esclude: “Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui”. Di fronte a questa novità dell’irruzione dello Spirito, Pietro cerca di fare una catechesi, ma mescola il vecchio con il nuovo e continua: 10,43 A lui tutti i profeti rendono testimonianza: chiunque del popolo d’Israele crede in lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome. Il Padre Eterno ad un certo momento perde la pazienza ed ecco che cosa succede: 10,44 Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo piombò su tutti quelli che ascoltavano la parola. Pietro sta facendo un insegnamento dove confonde la tradizione religiosa giudaica con alcuni elementi di Gesù. Allora lo Spirito Santo non lo sopporta toglie la parola a Pietro, non è d’accordo su quello che sta dicendo. Lui stesso ne rimarrà sconvolto e a Gerusalemme dirà: avevo appena iniziato a parlare che lo Spirito Santo piomba sugli astanti ,perché non sentano le corbellerie di Pietro. Molte persone mi confidano alquanto preoccupati che quando ascoltano la predica alla Messa, si distraggono, non è una distrazione, è lo Spirito Santo che scende su di voi e vi impedisce di ascoltare le corbellerie che il prete dice.
Questa esperienza non sarà indolore: vedremo che scatta l’allarme a Gerusalemme, parte l’inquisizione e Pietro come un imputato, dovrà rispondere di questa gravissima trasgressione: l’incontro con i pagani e soprattutto qualcosa di sconvolgente, che lo Spirito Santo discenda sui pagani. Questo anziché rallegrare la comunità di Gerusalemme la allarmerà e incomincia a preoccuparsi. Inizieranno le dinamiche che porteranno al primo concilio di Gerusalemme dove ci sarà una sorta di processo. Giacomo rivestirà il ruolo del giudice, i farisei il ruolo del Pubblico Ministero, gli accusatori, e ci sarà lo scontro fra Pietro e Paolo, che animati dallo Spirito portano questa grande apertura, e la comunità dei giudei credenti che sono estremamente contrari. Nei vangeli c’è un po’ di confusione tra questi Giacomo, perché abbiamo diversi Giacomo.
Nei vangeli i più importanti sono la coppia di fratelli, figli di Zebedeo, seguaci di Gesù: Giacomo e Giovanni.
Poi negli Atti appare a sorpresa questo Giacomo, fratello di Gesù. Cosa significa il fratello di Gesù? È un problema irrisolto dalla critica letteraria, dall’esegesi perché nei vangeli si legge chiaramente i fratelli di Gesù, il termine è proprio fratello. In passato si è cercato di ovviare a questo inconveniente affermando che si trattava di cugini, ma in greco c’è il termine cugino e l’evangelista adopera il termine fratello.
Allora ci si chiede da sempre: sono fratelli carnali di Gesù o no! Il problema è che del nome di alcuni di questi fratelli si riporta anche il nome della madre per cui non poteva essere la Maria, madre di Gesù. É un problema non risolto. Molto probabilmente questo termine fratello indica i suoi famigliari, cioè fratelli non l’hanno accolto, non l’hanno seguito. Dopo la resurrezione si è organizzata la primitiva comunità cristiana e hanno voluto i primi posti. Tra Giacomo e Pietro c’era una vecchia ruggine, una ruggine che si deve alla morte di Giuda. Quando morì Giuda, la comunità si radunò per eleggere uno che prendesse il suo posto e siccome c’erano questi fratelli di Gesù che volevano far parte anche loro del gruppo degli apostoli, Pietro mise delle clausole: adesso scegliamo uno che lo abbia seguito dall’inizio ma i fratelli di Gesù allora non ci credevano –
Sintesi di Fredo Olivero, San Rocco, Torino 2017.06
Il testo è tratto dalle conferenze su temi simili del CENTRO BIBLICO VANNUCCI 2015-2017