Giovanni 11,1-45
IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA
“LASCIATELO ANDARE”
La “Buona Notizia (= vangelo) è che la morte non solo non interrompe la vita, ma è quella che le permette di fiorire in forma nuova, piena, definitiva” (A. Maggi)
Questo esprime il capitolo 11 di Giovanni, che troviamo solo in lui.
I fatti. Lazzaro, discepolo amato da Gesù, sta male e le sorelle, Marta e Maria, gli inviano un messaggio: “Colui a cui vuoi bene è malato seriamente”. Gesù non accorre in fretta da Lazzaro, né lo guarisce a distanza, ma commenta con questa espressione “Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio … e rimase ancora per due giorni…”
I discepoli non condividono la scelta di Gesù di tornare in Giudea dove è appena sfuggito ad un attentato alla sua vita (lapidazione). Ora hanno paura anche per la loro vita e gli rispondono “Tu ,vai ….” E Gesù li rassicura “Dorme …”
Ma Lazzaro è proprio morto, da 4 giorni è nella tomba, ormai in decomposizione.
Si incammina verso Betania, i discepoli sono rassegnati, pensando di dover andare a morire con lui.
Il testo riprende l’incontro di Gesù di Nazareth con Marta e con Maria. La prima lo rimprovera “Signore se fosse stato qui, mio fratello non sarebbe morto” (v. 21). Lei gli suggerisce che fare: “So che qualunque cosa chiederai a Dio te la darà” (v. 22), un intervento straordinario.
Gesù, invece, propone il Dio che dona ai viventi una vita capace di superare la morte e risponde “Risorgerà tuo fratello” per effetto della vita definitiva che lo Spirito gli comunica. Dove c’è questa vita, non c’è morte.
E notate “E’ Lazzaro che risorge”, viene fuori, non Dio che lo risuscita. Gesù dice, in sostanza, la risurrezione è un’esperienza presente (non una speranza futura) perché è lui la vita ed è venuto a comunicarla.
Gesù non libera dalla paura della morte, ma dalla stessa morte, comunicando la sua vita “Chiunque vive e crede in me, non morirà mai” (v. 26)
Possiamo dire che Gesù non promette la vita eterna, ma chi lo segue sperimenta una vita che è e che sarà per sempre. Per Gesù la morte fisica c’è ma la morte come distruzione di tutta la persona, non esiste.
Insieme vanno al sepolcro Gesù e le sorelle ed ordina “Togliete la pietra”, segno di morte definitiva. Marta, “la sorella del morto”, si oppone. Ma Gesù va dritto “… Se credi vedrai la gloria di Dio” (v. 40) che si manifesta in una vita indistruttibile.
Poi Gesù “gridò a gran voce: Lazzaro vieni fuori” (v. 43) Nota il testo “Uscì il morto, con i piedi e le mani legate” (v. 44). E l’ultimo ordine “Scioglietelo e lasciatelo andare” (v. 44) Gesù non lo dà alle sorelle, ma lo lascia andare libero. E’ un cambiamento radicale di mentalità: la morte, non solo non interrompe la vita, ma le consente di aprirsi, svilupparsi in modo definitivo. La vita trionfa sulla morte.
E’ questa anche una novità per molti cristiani: hanno si una “speranza”, ma una certezza: non ci credono.
Questo, penso , sia invece il messaggio di Gesù di Nazareth. Riflettiamoci: quando la morte passa in mezzo a noi e noi veniamo messi alla prova.