Marco 6, 21-43

 

CHI MI HA TOCCATO? FIGLIA DICO A TE ALZATI!

 

Nel racconto della risurrezione della figlia adolescente del capo della sinagoga e della guarigione della donna dal flusso di sangue emorragico ,Gesù vuole rappresentare la situazione del popolo: chi è sottomesso alla legge è morto (figlia di Giairo), chi è escluso vive in una situazione di impurità chiamata “peccato” (donna malata ed impura) ed è messo da parte,scartato, emarginato.

Che cosa unisce i due episodi? Marco usa due termini.

  • La parola dodic Dodici gli anni di malattia per la donna e dodici gli anni della figlia di Giairo, ma dodici è anche il numero “magico” che indica le tribù, tutto Israele.
  • Poi il termine “figlia” (tugáter) usato sia per la donna che per la bambina figlia del capo della sinagoga:una parola gentile..

La “donna” (anonima, quindi rappresentativa di tutti) che per Marco aveva “perdite di sangue”. “Perdere sangue” significa perdere la vita che è nel sangue, secondo il levitico,e  una donna in questa situazione era in perenne impurità. Infatti non trovava nessuno che la sposasse, se sposata era proibito avesse rapporti con il marito, dunque destinata alla sterilità e poteva essere ripudiata per questa malattia. Era equiparata al lebbroso, impuro per eccellenza.

Lei, che non ha speranza, vive emarginata, ma ha visto che Gesù guarisce il lebbroso. Prende il coraggio e “da dietro gli toccò il mantello”. Questa è una trasgressione indicata nel testo della legge: chi toccava una donna in questa situazione diventava impuro. Gesù avverte una forza che esce da lui e chiede “Chi mi ha toccato?” I discepoli, che lo vedono spintonato da tutte le parte, gli dicono “Vedi la folla che ti stringe e tu chiedi chi ti ha toccato?”

La donna è “impaurita e tremante”, si attende un castigo. Gli si getta davanti e dice tutta la verità: lo aveva toccato anche se per la religione ufficiale era un sacrilegio. Lei sentiva il bisogno di tornare a vivere.

Gesù le dice: figlia la tua fede ti ha salvata. La donna trasgredisce ad un precetto religioso che agli occhi degli uomini di  legge è un sacrilegio, invece per Gesù è un gesto di fede. Le dice “va in pace”.

 

Conclusione. L’uomo non deve più offrire a Dio, stare a distanza, ma accogliere un Dio che si offre agli uomini perché la loro vita sia felice.

 

E’ il contatto con Dio, accogliere le sue proposte nella nostra vita, rendendole concrete e credibili che ci può rendere felici.