Mc. 14,12-16,22-26
“QUESTO E’ IL MIO CORPO, QUESTO E’ IL MIO SANGUE”
In sintesi :è la mia vita che garantisce il nuovo patto fatto con tutti voi.
La struttura di questo brano di Marco si rifà ad Esodo 24 (Alleanza di Mosè): Mosè prende il libro dell’Alleanza, lo legge al popolo e poi conferma il sì ed asperge il popolo con il sangue dei tori.
Marco, infatti, dice Gesù“Mentre mangiava prese un pane, lo spezzò, lo benedisse dicendo prendete, questo è il mio corpo” .
Nessun libro serve a tenere i rapporti con Dio: inizia un tempo nuovo. Il credente ora non è più chi obbedisce alle leggi, ma chi accoglie l’amore del Signore, supera le leggi.
Il libro era esterno all’uomo, che doveva adeguarsi a leggi, ora l’alleanza nuova si basa sulla forza, sull’energia data che va dentro all’uomo.
Dio non “governa” emanando leggi, ma comunicando capacità di amare, cioè la sua stessa forza, il suo modo di relazionarsi, il suo spirito.
Continua Marco: “Poi prese il calice e ringraziò” (eucaristéo = ringraziare).
Già in Marco vi sono due moltiplicazioni di pani: in una benedice (segno conosciuto solo in Israele) (6,41), nell’altra ringrazia (8,6). Benedire è per il popolo di Israele (che capisce il segno), ringraziare è per tutti i popoli, per l’umanità che non ha fatto questa esperienza di Jahvè ma coglie bene il gesto di relazione ,di augurio.
Ed aggiunge: il calice lo bevono tutti. Calice, sangue sono sempre segni di donazione, fino alla morte. Questo dice è: “il mio sangue dell’alleanza” non fatta su un libro o confermata dal sangue di animali, ma dal mio sangue ,dalla mia vita messa a disposizione .
Tutti e 4 gli evangelisti parlano di “Gesù che battezza in Spirito Santo” (senza indicare dove). Il battesimo nello Spirito è una relazione con la stessa vita divina che rende l’uomo capace di amare come lui ama.
Questo “sangue” è versato per “molti”. Non c’è più quell’espressione della cena pasquale del Salmo 79 “L’ira divina versata sui pagani” (che li respinge) ma il suo sangue, la vita donata che accoglie tutti quanti,anche i pagani,i diversi di quasiasi ordine.
Quindi non siamo più credenti in Dio osservando solo regole, ma accogliendo la stessa capacità di amare di Dio, che si esprime nella persona di Gesù di Nazaret e, se ne siamo capaci, anche in noi..