L’UMANIZZAZIONE DI DIO

P. Josè M. CASTILLO, biblista (redazione finale fredo Olivero)

.Io ho finito di scrivere un libro recentemente, che verrà pubblicato in ottobre in Spagna, speriamo di avere la possibilità di una traduzione in italiano. Il titolo del libro è, come ha detto Alberto, “L’umanizzazione di Dio – saggio di cristologia”.

Perché questo titolo? E soprattutto cosa significa questo?

Per spiegare in poco tempo il lavoro di almeno tre anni, grande lavoro soprattutto l‟ultimo anno per finire la redazione di questo libro, a mio avviso abbastanza complicato, vorrei cominciare dicendo una cosa che mi fa molto pensare.

Si tratta di questo: capire, comprendere un uomo, il progetto di questuomo, la mentalità di questuomo; la vita, insomma, il destino, il fine, di questuomo, che è Gesù di Nazareth, ma capire tutto questo dalla religione, cioè dal di dentro della religione

Tutti noi siamo nati in un paese religioso, tutti noi siamo stati educati nella religione, è una parte centrale della nostra stessa cultura, della nostra stessa identità. Le cose stanno così, sia che noi siamo d’accordo sia che siamo in disaccordo.

Ma se siamo integrati in questa cultura religiosa e quindi nella religione, è una difficoltà, a mio avviso, insuperabile, capire pienamente un uomo, un progetto che è stato rifiutato dalla religione, giudicato dalla religione, condannato dalla religione. Alla fine questuomo è stato assassinato dalla religione!

Potrei spiegare di più questo argomento, ma più ci si pensa, più ci troviamo in difficoltà maggiori da superare, soprattutto perché neppure ci rendiamo conto della situazione. E quindi abbiamo una enorme difficoltà per capire quello che significa Gesù. Io penso alle volte a cosa significa un crocifisso … un crocifisso è un oggetto di devozione, pietà, rispetto, ma forse anche un oggetto esteticamente bello, poetico, ed è anche un segno di potere, un ornamento per le donne.

Quindi, dal momento che prendiamo coscienza della difficoltà a capire la cristologia, cominciamo a ricostruire quello che è importante rispetto all’argomento.

Innanzitutto penso che ci siano tre presupposti per poter capire Gesù, tre presupposti che normalmente quando parliamo di Gesù, pensiamo che siano risolti, non siano dei problemi, e purtroppo invece sono i problemi più grossi alla base di un corretto pensiero su Gesù.

Questi presupposti sono:

– La domanda su Dio

– La domanda sul Dio escludente

– La domanda sul Dio violento

Perché una persona che non ha pensato a queste tre cose, difficilmente può capire Gesù. E‟ difficile. Prima di tutto la domanda su Dio.

Vedete la contraddizione? E quindi se lei mi fa una domanda “Gesù è Dio”, la domanda non ha nessun senso. E quindi questo significa rubare la poca fede che resta nell‟individuo.

Seconda questione, la domanda sul Dio escludente. Questa è più facile, il nostro grande pericolo è che si comincia con l‟enoteismo, al contrario del politeismo in cui gli dei sono molti; nell‟enoteismo anche sono molti, ma uno è il principale, il più forte, il più importante. Nel monoteismo soltanto uno è il vero Dio, tutti gli altri sono idoli.

E dove si trova questa cultura della barbarie, la violenza della religione? Io penso alla violenza dei confessori, dei direttori spirituali, dei dirigenti delle anime … quelle anime che secondo Alberto Maggi  non esistono. Ma tutti e tutte capite bene quello che dico, se non esistesse questa violenza, gli studi di psicologi e psichiatri sarebbero vuoti. E tutta questa gente sarebbe disoccupata, psicologi e psichiatri.

Vedete? Pensate a ciò che la violenza ha fatto storicamente e continua a fare.

Terza questione. La domanda sul Dio violento. Ma questo bisogna … perché d‟altra parte noi diciamo che Gesù è l‟unico salvatore. E l‟unica salvezza è quella che ha predicato Gesù. Allora? Pensate a quello che diceva Alberto all‟inizio. Non abbiate paura di pensare, superate la paura! Perché pensare fa paura, a tutti, a tutto il mondo, dal punto di vista religioso, dal punto di vista sociale, dal punto di vista economico, dal punto di vista politico, dal punto di vista culturale, dal punto di vista nazionale, ecc. E anche questa è una sorgente di violenza, terroristica.

La domanda sul Dio violento; in parte si spiega con quello che ho detto, ma pensate che l‟atto centrale delle grandi religioni monoteiste è il sacrificio. E il sacrificio è uccidere la vita. Per quanto riguarda la nostra religione noi diciamo che Gesù è morto perché Dio ha deciso che aveva bisogno della morte di Gesù, ha sofferto ed è morto, per i nostri peccati. Dio, per perdonare i nostri peccati, per salvare il mondo, ha avuto bisogno delle sofferenze, della passione, della morte di Gesù. Cioè ha avuto bisogno del sangue di suo figlio.

Pensate, mamma mia, quello che dice l‟epistola agli Ebrei “senza sangue non c‟è perdono”, questo dice la Lettera agli Ebrei, facendo un riassunto di tutta la teologia dell‟Antico Testamento. Questo è naturalmente quello che ha detto Nietzsche sul Dio vampiro. Dio è un vampiro, perché il vampiro ha bisogno di sangue – scusate se queste cose possono ferire qualche sensibilità, ma questa è una cosa abbastanza conosciuta.

Quindi una cristologia che non prende come punto di partenza queste tre questioni ci porta a tutta una costruzione artificiale senza entrare in altri problemi. Pensate per esempio che tutta la dogmatica, tutta la cristologia dogmatica, da Nicea a Calcedonia, IV e V sec., il concilio di Nicea, di Costantinopoli I, Efeso e Calcedonia, in cui si è fissato il simbolo della nostra fede, questi quattro grandissimi concili, decisivi per il resto della storia del cristianesimo, della chiesa, della nostra fede, non sono stati convocati dai papi, ma dagli imperatori. Sono stati approvati dai papi, ma prima di tutto dagli imperatori.

Non sono promulgati che da quattro imperatori e anche solo, per esempio, il concilio di Nicea, dove c‟è la formula fondamentale della nostra fede, il centro della fede, è stato convocato da un imperatore che non era neanche cattolico, né cristiano ancora, era un catecumeno, un catecumeno così barbaro che poco dopo il concilio ha ammazzato sua moglie e uno dei suoi figli. E quest‟individuo ha convocato il concilio, ha pagato il concilio, il concilio si è celebrato nel palazzo, a Costantinopoli, è stato promulgato da questo individuo!

Naturalmente la fede che si è promulgata in questo concilio almeno è sicura su una cosa: non disturbava l‟imperatore, piaceva all‟imperatore, a questo criminale.

Pensate se oggi Obama convocasse un concilio alla Casa Bianca, presieduto dal presidente degli Stati Uniti, convocato, promulgato, pagato, mamma mia! Dove siamo arrivati! Dove siamo arrivati? All‟inizio!

Un attimo! Non vorrei che con questo voi dubitaste del simbolo della fede. Ma, ad esempio, l‟inizio: credo in un solo Dio onnipotente … Perché non si è detto: credo nel Padre misericordioso, che è più coerente col Vangelo? Rispetto al Pantokràtor), tradotto con onnipotente, che era la traduzione più radicale e più anti-cristiana che si potesse fare di questo termine. Sono delle cose che quando si spiegano …

Benissimo. Allora, voi direte, che me ne faccio di questo? Pensate che tutte le religioni parlano del rapporto dell‟uomo con Dio, e di Dio con l‟uomo. Ma il cristianesimo ha una originalità: non parla soltanto del rapporto, ma dell‟unione. Non si tratta di un buon rapporto tra Dio e l‟uomo e tra l‟uomo e Dio, ma dell‟unione tra l‟uomo e Dio e tra Dio e l‟uomo.

Allora, cosa significa questo? Vediamo.

Fate un po‟ di memoria, ricordate quello che avete letto nei Vangeli. E, senza pensarci troppo, ricorderete senza dubbio molto bene dei passaggi dove capita un qualche cosa. Il risultato è che la gente, i discepoli, i nemici, i farisei, i dottori della legge, si domandano: ma chi è questo? Questa domanda capita spesso nei Vangeli; anche lo stesso Gesù chiede: “chi dice la gente che io sia?”

“E voi?”. Era una domanda: chi è questo? Chi è questo? Un cittadino di Nazaret. Tutto il mondo lo sa, e la gente lo sapeva, era un povero carpentiere di Nazaret, mangiava come tutti, dormiva

come tutti, faticava, parlava, dubitava, si impressionava, diceva delle cose … questo lo sa soltanto il Padre. Allora perché dicevano: “chi è costui?” Perché senz‟altro faceva delle cose attraverso cui la gente, i discepoli, anche i nemici, vedevano che non poteva essere soltanto un uomo.

Allora chi è questo? E‟ un profeta. E‟ più di un profeta. Questa domanda appare nei Vangeli e allora la risposta può essere duplice. O è un uomo elevato alla condizione divina, o Dio disceso alla condizione umana, perché non c‟è niente in mezzo. Allora qual è la risposta che si trova nel Nuovo Testamento? E qui mi limiterò, dirò soltanto … perché c‟è nel libro, che quando sarà tradotto in italiano, tutti voi comprerete senza dubbio …

Sono una collana di testi nel Nuovo Testamento dove si trova una risposta chiarissima. Vedete nella Lettera ai Colossesi, mi limito a citare i testi per dare qualche indicazione per capire il senso elementare basilare di questi testi.

1) La lettera ai Colossesi: “Gesù il primogenito della creazione”, quindi lo nomina come creatura. “E limmagine di Dio” (Col 1, 15) – l‟icona (e„kèn) in greco, l‟icona di Dio, cioè l‟immagine dove si può vedere quello che altrimenti non sarebbe possibile – in quest‟uomo, in questa creatura.

2) La lettera agli Ebrei all‟inizio (1,3) quando dice che il Cristo fu quindi la rappresentazione della realtà di Dio, carakt¾r tÁj Ùpost£sewj aÙtoà (Dio), dove carakt¾r (charactér) è la rappresentazione. Certamente il carattere, nella letteratura di quel tempo, era un‟impronta dell‟immagine dell‟imperatore in una moneta, questo era il senso originale. Ma, dopo questo, l‟idea si è sviluppata fino a dire che il carakt¾r tÁj Ùpost£sewj, ipostasi, l‟essere profondo di Dio, nella lingua greca. Quindi il Cristo Gesù è la rappresentazione dell‟essere di Dio.

3) Gesù è la parola di Dio. Giovanni nel prologo, non spiego tutto questo che senza dubbio conoscete molto meglio di me cosa significa questo, frequentando il Centro Biblico, ma una parola è Dio, una parola è logos, quello che dice, che parla, e quindi spiega.

4) Gesù è incarnazione di Dio, gv v 1,14). Questa parola si è fatta carne e s£rx (sàrcs) non è soltanto la condizione umana, ma secondo l’insieme della teologia del Nuovo Testamento, è quello che è più debole nella condizione umana. Pensate che la teologia del Nuovo Testamento vuol dire che è Dio che è diventato umanità. E quello che è più debole nellumanità. Ricordate quel testo quando Gesù pregava nel Getsemani, cercava i discepoli e loro dormivano e Gesù ha detto “pregate perché lo Spirito è pronto, ma la sàrcs, la carne, è debole … la debolezza è la caratterizzazione di quel che è diventato Dio. Dio in Gesù si è fatto debolezza.

5) Gesù è la conoscenza di Dio. Pensate quando ha detto ai dodici “il figlio lo conosce soltanto il figlio e il Padre lo conosce soltanto il figlio e quelli a cui il figlio lo vuole rivelare”. Quindi la conoscenza di Dio è offerta da Gesù.

6) Andiamo scendendo … Paolo, nella prima Lettera ai Corinzi, Cap, 1 vers. 25, dice due parole fortissime “Gesù è la pazzia e la debolezza di Dio”. Dio è diventato pazzo, è diventato debole in Gesù. Ma, ancora di più …

7) Nella Lettera ai Filippesi, Cap. 2 vers. 17, “la chénosi di Dio”. Chénosi (kšnwsij) significa ridurre a niente, svuotamento. Dio si è svuotato, cioè detto chiaramente: Dio in Gesù ha rinunciato al suo potere, alla sua dignità, alla sua grandezza, a tutto questo.

E ancora, quelli che hanno letto il libro “Dio e la nostra felicità”, senz‟altro ricordano quello che scrivevo lì sul Capitolo 25 di Matteo, “avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete, ero ammalato, ero in carcere”, quando abbiamo fatto questo con te Signore? Quando l‟avete fatto con qualsiasi uomo. Allora qui ci dice ancora di più, perché questa identificazione di Dio non è soltanto con Gesù, ma con qualsiasi persona.

E‟ una vera identificazione. E infine, ricordate anche tutti i testi che si trovano nel quarto Vangelo, in Giovanni, nel Capitolo 13 “chi ascolta voi ascolta me e chi ascolta me ascolta colui che mi ha mandato”, “chi accoglie voi accoglie me e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato”, “chi disprezza voi disprezza me e chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato”. Cioè è una corrente di identificazione!

Quindi, conclusioni. Quando parliamo del mistero dell‟incarnazione, non si tratta di dire che l‟uomo è divinizzato, ma di una cosa che non abbiamo avuto il coraggio di dire: il cristianesimo crede in un Dio che ha rinunciato alla sua condizione divina e si è identificato con l’umanità. E l‟ha fatto in modo tale che solo trovando l‟umanità di ciascuno, di ognuno, e secondo il rapporto che abbiamo con l‟umanità, con ciò che è umano, possiamo trovare Dio.

Non c‟è altro cammino, né altra possibilità.

E pensate che il rapporto con l‟umano non è una realtà specificamente religiosa, ma una realtà specificamente laica. Quindi lo specifico del cristianesimo è il rapporto con Dio partendo dalla laicità, per mezzo della laicità e vivendo pienamente la nostra condizione laica. Perché?

Perché soltanto la laicità è comune a tutti gli esseri umani. E‟ chiaro questo?

Perché se cominciamo dalla religione, allora, siccome la religione è sempre un fatto culturale, secondo la molteplicità di culture, c‟è la molteplicità delle religioni e siccome le culture si identificano normalmente anche con la politica, la religione diventa un principio di frattura, di divisione, di confronto, di lotta e di violenza! E come è possibile trovare Gesù in questa condizione?

E‟ chiaro. Allora, posso continuare una decina di minuti!

Detto questo pensate che nei Vangeli appare che Gesù ha avuto tre grandi preoccupazioni:

– La salute delle persone, quindi le guarigioni, gli ammalati. Sono più di 80 racconti in relazione con la guarigione. Quindi si può discutere se erano miracoli, non erano miracoli, se c‟era preoccupazione o no, ma prima di tutte queste discussioni c‟è una cosa chiarissima: per Gesù era fondamentale la salute delle persone. Era la prima preoccupazione forte che lui aveva, la salute, che coincide con la prima nostra preoccupazione, quella che tutti noi abbiamo. Tutti gli esseri umani. E diciamo questo, che è molto importante: le guarigioni di ammalati, la preoccupazione di Gesù per la salute si è realizzata in confronto e in conflitto con la religione, perché per la religione veniva prima Dio e dopo la salute. Pensate alla domanda che fa Gesù nella sinagoga quando ha guarito l‟uomo col braccio inaridito. Gesù ha fatto una domanda “cosa si può fare di sabato? Cioè cosa permette la religione, cosa è più importante per la religione? La vita o la morte? La salute o la malattia? La guarigione?” E tutti sono stati zitti, non hanno saputo cosa rispondere. Gesù ha guarito quell‟ammalato. E alla fine del racconto dice che si sono riuniti i farisei con quelli di Erode per vedere come ammazzavano Gesù. In questo racconto appare chiarissimo il problema, la situazione.

– Il cibo per le persone. Se i racconti sulla salute sono più di 80, più o meno, i racconti dove si parla in un qualsiasi modo o maniera del cito, sono più di 130. Ancora più importante, per lo meno più frequente. Per Gesù era importante la salute, come per tutte le persone. Per Gesù era importante mangiare, come per tutte le persone. Se voi prendete i Vangeli e togliete tutti i racconti sulla salute e sul cibo, cosa resta? Gesù ha cominciato, secondo Giovanni, in una grande festa e alla fine c‟è stata la cena di saluto, l‟ultima cena. Così come per la salute era in conflitto con la religione, anche per il mangiare fu lo stesso. Perché pensate che la preoccupazione di Gesù non era quella che la gente potesse comprare il pane o il pesce; no, non era questo. La convivialità, questa era la preoccupazione di Gesù e tutti i racconti non sono di un tizio che mangiava.

Detto questo pensate che nei Vangeli appare che Gesù ha avuto tre grandi preoccupazioni: – La salute delle persone, quindi le guarigioni, gli ammalati. Sono più di 80 racconti in relazione con la guarigione. Quindi si può discutere se erano miracoli, non erano miracoli, se c‟era preoccupazione o no, ma prima di tutte queste discussioni c‟è una cosa chiarissima: per Gesù era fondamentale la salute delle persone. Era la prima preoccupazione forte che lui aveva, la salute, che coincide con la prima nostra preoccupazione, quella che tutti noi abbiamo. Tutti gli esseri umani. E diciamo questo, che è molto importante: le guarigioni di ammalati, la preoccupazione di Gesù per la salute si è realizzata in confronto e in conflitto con la religione, perché per la religione veniva prima Dio e dopo la salute. Pensate alla domanda che fa Gesù nella sinagoga quando ha guarito l‟uomo col braccio inaridito. Gesù ha fatto una domanda “cosa si può fare di sabato? Cioè cosa permette la religione, cosa è più importante per la religione? La vita o la morte? La salute o la malattia? La guarigione?” E tutti sono stati zitti, non hanno saputo cosa rispondere. Gesù ha guarito

 Il cibo per le persone.

Penso che la condizione carnale è comune a tutti gli esseri umani; tutti siamo di carne e ossa. Questo è comune a tutti, bianchi, neri, saggi, ignoranti, ricchi, poveri, di destra, di sinistra, Berlusconi … tutto il mondo. Tutti siamo uguali da questo punto di vista, quindi la condizione carnale, la carnalità. E un altro elemento è l‟alterità, cioè proprio in quanto esseri umani, siamo dall‟inizio della nostra vita fino alla fine, bisognosi degli altri. E gli altri hanno bisogno di noi.

E sempre siamo in rapporto. Dal momento prima della nascita, perché il rapporto tra il feto e la mamma esiste; quando nasce continua naturalmente, poi abbiamo bisogno del linguaggio … si può fare il discorso dell‟antropologia … ma almeno queste cose sono fondamentali.

Ammalato. E alla fine del racconto dice che si sono riuniti i farisei con quelli di Erode per vedere come ammazzavano Gesù. In questo racconto appare chiarissimo il solo, ma, sedere alla stessa tavola e mangiare alla stessa tavola. E anche qui il conflitto con la religione, perché mangiava quando non si poteva mangiare, perché mangiava quello che non si poteva mangiare, perché non osservava i rituali di purificazione. Sempre lo stesso, il conflitto con la religione. Quindi la preoccupazione per la salute e per la convivialità, dove la convivialità non è soltanto riempire la pancia, ma quello che ricordavo oggi con Ricardo, bellissimo quello che ha detto S. Giovanni della Croce, la cena che ristora e che innamora. Pensate a questo: io sono stato pochi giorni fa in Messico dove ho fatto un ritiro di esercizi spirituali per i carmelitani scalzi, fondati da S. Teresa e S. Giovanni della Croce e mi diceva uno molto competente in questi studi di questi santi, il cantico spirituale, una delle composizioni letterarie più belle su Dio, ma non appare mai la parola Dio, mai la parola religione in questo cantico bellissimo. Di cosa si parla? Della cena che ricrea e che innamora.

Parlava dell’amore umano, lo sposo, la sposa, l’uomo e la donna e questo è veramente quello che è molto difficile comprendere. Per questo parlavo della grande difficoltà che noi abbiamo – integrati, educati, nella religione – a poter capire questo. Perché con la novità di Gesù e del cristianesimo c’è stato un cambiamento più radicale di tutte le tradizioni religiose dell’umanità, ma non l’abbiamo ancora neppure capito e neanche assimilato. Il nostro Dio è unaltra cosa. Per questo la religione ha voluto far ammazzare quest’uomo. Non si può tollerare tutto questo. E hanno detto: o lui o noi! Non è possibile entrambi. Lo hanno condannato per aver bestemmiato, ma perché? Il Dio di Gesù non era il Dio dell‟Antico Testamento, per questo io dico senza paura e senza vergogna, che Jahvè non è il mio Dio. Il mio Dio è il Dio che si è svuotato in Gesù. Voi direte ma tutto questo è troppo complicato, io seguo la mia idea. Benissimo, potete fare quel che volete, senza dubbio ognuno può farlo. Ma manca ancora una cosa, abbiamo detto la salute, poi la convivialità … e terzo – I rapporti umani, l’altra grande preoccupazione di Gesù, i rapporti umani. Ma pensate a questo: riguardo la salute ha fatto una grande liberazione e riguardo la convivialità ha fatto una grande liberazione, quando Gesù parla dei rapporti umani fa una grande restrizione, una esigenza molto più forte. Leggete tutto il Sermone della montagna, dove “avete udito che è stato detto „occhio per occhio dente per dente‟, ma io vi dico amate i nemici”. Questo un giudeo mai l‟avrebbe detto! Non avrebbero potuto capirlo: amate i nemici. A colui che ti domanda la camicia, dai anche il mantello; dai i soldi in prestito anche a quello che se sai che non ti verranno restituiti. Sono delle cose bellissime nel Vangelo, nessuno le mette in pratica. Tutti andiamo in banca, alla cassa di risparmio, facciamo una discussione, 50% …. quando … mamma mia! Quindi, conclusione: restiamo soltanto con l‟umanità senza Dio? No. Perché? Per finire, ma è molto importante. L‟umanità pura non esiste. L‟umanità è fusa con l‟inumanità; noi stessi, ognuno di noi. Umano è stato Francesco d‟Assisi – in Italia avete questo esempio chiarissimo d‟umanità, ma umano è stato anche Hitler, e tanti altri. Umana è la bontà, lumiltà, la sensibilità, lamore, ma umano è anche lodio, la vendetta. Allora, superare linumanità e diventare più umani, questo noi non sappiamo farlo. Supera le nostre capacità e qui entra il nostro io. Dio si fa presente dove l‟umanizzazione vince la disumanizzazione. E nella misura in cui l‟umanizzazione, il mondo, la famiglia, le persone, gli amici, i rapporti – pensate ai tre grandi punti che ho detto la salute, la convivialità, i rapporti umani – diventano più umani e vincono l‟inumanità che si trova dappertutto. Qui, in questo si trova Dio.

Per questo senz‟altro abbiamo bisogno di una grandissima religiosità e di una grandissima spiritualità, perché Gesù stesso ha avuto bisogno di preghiera, del ricorso costante al Padre nel cielo.

Ha anche lasciato un simbolo per ricordar questo, che è il simbolo della convivialità, la cena, l‟Eucaristia. Ma qui si vede come la religione ha – io direi la parola forte – “umiliato” il cristianesimo, la messa, la messa in latino, con le spalle al popolo, tutta questa roba, roba da preti … cosa ha a che fare col Vangelo? E di questo parlavo stamattina con Ricardo, un individuo vestito con questa maestà, con queste cose solenni, comincia a parlare dell‟umiltà, della povertà, della semplicità, e la gente ascolta tutto questo come la cosa più naturale del mondo!

E come diceva Kierkegaard “ma non capisco come la gente vede un individuo così vestito in una grande cattedra, parlando di queste cose e non risponde ridendo o interrompendolo”. Questo ha perso la testa, come si può parlare di umiltà, come si può parlare del Natale di Gesù in questa maniera?

Vedete, e torno all‟inizio, come la nostra inculturazione fondamentale e basilare nella religione, è un impedimento radicale per capire il Vangelo e per capire Gesù? E per capire il Dio che si è rivelato in Gesù? E la spiritualità che si è rivelata in Gesù?

Perché la contraddizione è che molti di questi individui che sono così esperti da portare tutte le vesti, osservare tutti i riti, a parte questo sono orgogliosi, cercano i posti, cercano il denaro, fanno delle cose che è meglio non sapere. Vedete, sto finendo questo libro scritto da un francese Jean Bottero, “Uomini e dei della Mesopotamia”, la religione più antica, la Mesopotamia, che è ben documentato e molto difficile da scrivere perché bisogna leggere la scrittura cuneiforme. Spiega molto bene com‟era la religione; e la religione del 2500-3000 a.C. e fondamentalmente è la stessa cosa: i riti, i preti, i templi, la stessa cosa. Questo non cambia.

La grande rivoluzione, il grande cambiamento è stato fatto da Gesù, ma io capisco molto bene perché anch‟io ho avuto una grandissima difficoltà a liberarmi da questo impedimento per poter integrare e capire il Vangelo e il Dio di Gesù.

Lettera San Rocco 2022.4 redattore Fredo Olivero