Lc. 9,11-17

TUTTI MANGIARONO A SAZIETA’:

IL PANE CONDIVISO SAZIA TUTTI .

Gesù si ritira a Betsaida con i discepoli, fuori dai territori giudaici (dove vi erano forti tensioni nazionaliste), perché li vuole istruire su qualcosa che gli sta a cuore e vorrebbe trovare un posto dove serenamente poter parlare.

Scrive Luca “ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse, parlò loro del Regno di Dio”.

Due parole chiave: “lo seguirono” indica la sequela, il mettere in gioco la propria vita sugli stessi valori. Il Regno di Dio (non regno di Israele) è regno di amore aperto a tutti (non destinato ad un popolo o ad una religione).

Poi dà un’indicazione teologica “Il giorno cominciava a declinare” (come con i discepoli di Emmaus), quindi va letto in questa chiave eucaristica. “Ma i dodici” (numero che indica tutte le tribù d Israele) gli si avvicinarono”.

Gesù distingue folla e discepoli: quella “lo segue”, gli apostoli “si avvicinano”, ma non lo seguono ;il loro ideale di regno è diverso (vogliono ancora un messia padrone delle coscienze) .

Allora, con lo stesso stile, gli dicono “Congeda la folla!”: se ne vogliono sbarazzare, non prendersene cura. La scusa: devono fare tanta strada per trovare cibo e alloggiamento.

Gesù dice, invece “Date voi stessi da mangiare”, non offrite soltanto delle cose, ma mettete la vostra vita a disposizione. Gesù parla di condividere, loro ragionano con il comprare (come chiunque ha soldi) per “tutto questo popolo” (forse anche in senso dispregiativo). Loro obiettano “Noi abbiamo solo 5 pani e 2 pesci!” Questi numeri hanno senso teologico, figurato: 5 più 2 è 7 che indica “tutto quello che hanno, la totalità disponibile”. Poi 5, 500, 5.000. “Le persone sono 5.000 uomini” (numero che ritorno anche negli Atti, v. a Gerusalemme quando scendono in piazza: tutta la comunità che aderisce è di 5.000!). 50 è Pentecoste, i multipli indicano l’azione potente dello Spirito:un’azione estesa al massimo.

Gesù invita a “farli sdraiare” sull’erba  (come i signori nelle feste si mettevano nei lettucci, su un fianco) e serviteli: compito di servirli è dei discepoli che devono farli sentire “signori”.

Li dividono a gruppi di 50 (50 indica l’azione dello Spirito).

Poi recita la stessa benedizione dell’eucarestia sul pane e sul vino.

Con questo vuole dirci: non vi può essere eucarestia, pasto comune senza condivisione. I discepoli sono a servizio di questa condivisione (e non i padroni) e devono darlo alla folla senza chiedere o valutare  chi lo merita e chi no.

Infatti non chiede di fare il rito di purificazione (sarebbe anche stato impossibile compiere il lavaggio rituale delle mani nel deserto ).

E’ infatti sufficiente accogliere il Signore, la vita che il Signore dà, per essere purificati e degni di condividere il pane.

“E tutti furono saziati”: ne mangiarono a sazietà e se ne avanzarono 12 ceste (12 come le tribù di Israele).

SOTTOLINEATURA  :

Il pane condiviso è sufficiente a sfamare tutti e se ne avanza ancora.

Come notate è un rituale eucaristico dove il pane è per tutti, perché tutti ne sono degni e a servire sono i discepoli che non hanno diritto di dire chi se lo merita e chi no.

Il senso dell’ OSPITALITA EUCARISTICA CHE FACCIA E’ QUESTO