SABATO 17.NOVEMBRE 2018 ORE 20.45
Immigrant song
Quadri, esposizioni e profezie liberamente tratti dal Teatro/Canzone di Giorgio Gaber ed altrettanto liberamente interpretati da Mario Coppotelli
L’Uomo che siamo e non siamo ancora guarda gli eventi del suo proprio tempo con uno sgomento ed un allarme forse mai provato prima. Si avverte uno spasimo, l’approssimarsi di un punto di rottura, una sospensione rancorosa, disperata e distratta. Seduti sulla nostra panchina, assistiamo anestetizzati al precipitare dei gesti, delle necessità, dell’urgenza di Giustizia e di pronunciamento. E guardiamo di lato, le gambe accavallate, storditi e insipidi, tornando di quando in quando alla lettura dei capisaldi della nostra civiltà cercando rassicurazione e conforto.
L’Uomo che siamo e non siamo ancora riempie i barconi, e guarda arrivare i barconi. Gli uni lo specchio degli altri, protagonisti tutti di quadri ed esposizioni che mai avremmo ritenuto possibili, e con uno struggente infinito bisogno di “profezia”.
E con una urgenza lacerata e infinita di riconoscerci infine in quell’Uomo che non siamo ancora e che, contro ogni ragionevole evidenza, già siamo.
Mario Coppotelli
Questo spettacolo è dedicato ad ognuno di noi e a questo tempo che insieme percorriamo.
Profezia. Pronunciamento. Giustizia.