Gv. 13,1-20
LA LAVANDA DEI PIEDI: ALTERNATIVA ALL’ISTITUZIONE DELL’EUCARESTIA
Giovanni 13,1-20 presenta l’ultima cena senza fare parola dell’istituzione dell’eucarestia, come dire che lo spirito di servizio di Gesù è tanto importante da sostituirla.
Il vangelo di Giovanni si può dividere in due parti:
- Il libro dei segni (1-12)
- Il libro della gloria (13-21)
Il brano della lavanda dei piedi unisce le due parti.
Che Giovanni presenti la cena senza eucarestia è una scelta che vuole sottolineare che quel gesto ha senso solo se fatto con spirito di servizio ed amore (quello che anima Gesù). In questo modo “spiega” che cosa significa eucarestia e come partecipare: con spirito di servizio ,con apertura all’altro.
Seguiamo il testo.
(v. 1) Gesù è cosciente di quanto lo attende e lo accetta.
(v. 2) “Durante la cena, quando entra nel cuore di Giuda la scelta di tradirlo(impersonata nel “diavolo”)dice il testo ,si contrappongono due figure di stile opposto: Gesù e Giuda. E’ da una parte la scelta di prendersi tutto quel che può (Giuda), mentre Gesù si dà tutto agli altri. E’ il Dio-denaro che si impossessa di Giuda che diventa, di conseguenza, “servitore del potere” (guida le guardie, è a servizio del sommo sacerdote, bacia Gesù per consegnarlo…).
(vv. 3-5. E Gesù si alzò, “depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse e cominciò a lavare i piedi dei discepoli …” Depone il mantello (simbolo di nobiltà), prende un asciugamano e se lo cinge (segno del servizio); lava i piedi (è la condizione dell’inferiore, del servo nei confronti del superiore), ma ci indica che la vera dignità dell’uomo è servire gli altri
Dio presentato da Gesù di Nazareth non ha paura di sporcarsi le mani e quest’opera non la fa dall’alto verso il basso , come “elemosina”, ma innalzando l’uomo al proprio livello, anzi, rendendosi servitore innalza tutti a livello di “signori”, di uomini liberi.
(v. 6) Pietro rifiuta di farsi lavare i piedi. Gesù insiste. E’ profondamente convinto della scelta del servizio come scelta stabile, essenziale, che Pietro deve capire e scegliere.
(v. 8) Infatti mette a Pietro chiare condizioni “Se non ti laverò, non avrai parte con me” se il servizio non lo accetta come stile, non avrà parte con lui (e questo vale per tutti i credenti in Cristo, di ogni epoca). Potremmo dire che è il “suo stile”, non è un rito (lavarsi,purificarsi), ma una scelta di vita (servizio).
Poi torna a sedersi (o “sdraiarsi sul fianco”): non perde dignità chi dà servizio, riprende il suo mantello (segno di dignità, di onore di uomo libero), ma non si toglie il grembiule (segno del servizio) che resta tale anche per le nostre comunità. Questo atteggiamento di Gesù è così importante che tutti gli evangelisti evidenziano il servizio in altre occasioni.
In realtà una comunità dove non c’è servizio reciproco è destinata al fallimento.
Gesù dà un segno per far vedere all’altro che questa è una scelta possibile e necessaria: porsi a servizio dell’altro non è sfoggiare le proprie qualità, ma pagare un “debito” che si ha nei confronti dell’altro.
Gesù rivela, quindi, l’amore di Dio attraverso il “grembiule”, il catino dell’acqua,la lavanda dei piedi sporchi dell’altro: così l’amore si fa servizio. Siamo uguali in dignità quando ci serviamo a vicenda, un “inviato” (letteralmente apostolo) non è più grande di chi lo manda.
(v. 20) “Accogliendo colui che vi manderò, accogliete me”. Gesù li invia per la sua stessa missione: dare dignità e libertà agli uomini e alle donne . Accogliendoli diventeranno se vogliono “figli di Dio” (uomini degni e liberi), sarà come accogliere Gesù.
Durante la cena dirà “Fate questo in memoria di me”. Alla lavanda dei piedi dice “come ho fatto io fate anche voi”.
Nell’eucarestia Dio è nelle nostre mani come nutrimento; nella lavanda dei piedi indossa il grembiule e diventa colui che serve. E, con questa scelta, intende cambiare la nostra vita, farci capire che servire è una scelta di dignità che pratica anche il Dio di Gesù di Nazareth.
(Riflessioni personali di Fredo Olivero,san rocco ,Torino 2017.4)