LUCA 20,27-38
IL DIO DI GESU’ DI NAZARETH E’ IL DIO DEI VIVENTI
Contro Gesù si scatena l’offensiva finale,dice Luca. Gesù ha subito diversi attacchi da scribi farisei, anziani(sinedrio o senato), ma li ha “zittiti” tutti.
Ora entrano in gioco i sadducei (il nome viene da Sado, sacerdote del tempo di Davide), aristocratici, sacerdoti rappresentanti del potere economico-politico di Israele, conservatori. Questi non credono nella “risurrezione”, riconoscono solo i primi cinque libri della bibbia(Pentateuco): niente profeti né libri successivi.
Con ironia e disprezzo si rivolgono a Gesù e lo chiamano “Maestro!”, non intendono però imparare nulla da lui, ma ridicolizzarlo.
Riportano la legge di Mosè del “levirato” (o della discendenza garantita che continuava il nome di famiglia del marito) e gli chiedono :di chi, dopo la risurrezione, sarà moglie una donna che ha avuto 7 mariti? La donna serviva unicamente, nella cultura dell’antico testamento, a fare figli, perpetuare il nome del marito nei figli.
Gesù risponde ironicamente “I figli di questo mondo prendono moglie e marito, ma quelli che sono di ‘quel mondo’ (dove la morte non interrompe più la vita) non prendono moglie o marito, infatti non possono più morire”.
Qui Gesù di Nazareth accentua il fatto che la morte non interrompe la vita, ma le permette di manifestarsi appieno infatti dice “Non possono più morire perché sono uguali agli angeli”.
Secondo l’A.T. gli angeli “ricevono la vita direttamente da Dio”.
Allora intende dire: non c’è bisogno di prolungare solo nei figli la propria vita, perché la vita di chi ha superato la morte è eterna ed indistruttibile; sono figli della risurrezione, sono figli di Dio (generati da Dio). I risultati della vita sono i figli ma vi sono anche altri modi di continuare la vita che Gesù sostiene indistruttibile.
E la vita che Dio comunica agli uomini ed alle donne è per sempre.
E Gesù, citando il libro dell’Esodo (cap. 3) utilizza il modo di leggere la bibbia dei rabbini “Io sono il Dio di Abramo” (cioè quello che protegge Abramo e tutti i capi storici di Israele e protegge la loro vita per sempre). Infatti non è Dio dei morti, ma dei vivi.
Nella risurrezione non vi è più bisogno di immortalare il proprio nome perché gli individui sono eterni essi stessi:è la vita scaturita dal Creatore immortale
Potremmo dire che il Dio di Gesù di Nazareth non risuscita nessuno dai morti, ma è Dio dei vivi che comunica una vita capace di superare la morte, che permette ai vivi di vivere per sempre e lo esprime così “Dio non di morti, ma dei viventi”.
Questo è quello che chiamiamo “risurrezione”, vita eterna (vita senza fine), una vita di tale qualità che è indistruttibile.
Ripeto, questo è quello che Gesù chiama risurrezione secondo la lettura biblica odierna che condivido perché è fondata su basi solide.
Vi invito a rileggere la lettera alla comunità n.16 che ho inviato ad ottobre 2013 dove vi sono più ampie riflessione su questo tema :MORTE ,VITA, RISURREZIONE..