Luca 18,1-8

DIO FARA’ GIUSTIZIA AI SUOI ELETTI CHE GRIDANO RIVOLTI A LUI.

Questo capitolo 18 di  LUCA conclude l’insegnamento sulla fede, rispondendo alla richiesta dei discepoli:“Accresci in noi la fede”.

E Gesù “La fede è la vostra risposta al dono di amore che Dio dà a tutti”. Quindi dipende da voi!

Lo abbiamo visto nell’incontro con i 10 lebbrosi: uno solo torna a ringraziare per il dono della vita, cioè solo per lui si parla di fede cresciuta,adulta.

E conclude con questa parabola-esempio del giudice disonesto  per dirci: vi assicuro un cammino di giustizia anche  in questa società!

Il brano non è un insegnamento sulla preghiera, ma dice: il fine è la giustizia, il mezzo è  la preghiera. Lo fa con una parabola per dirci di non stancarci mai, di pregare sempre per ottenere giustizia, e questo diventa l’impegno dei discepoli.

Se notate non viene mai nominato il Padre (il Dio di Gesù). A lui infatti non c’è da chiedere perché conosce i bisogni delle persone prima che glieli presentino, ma Dio si dichiara (salmo 68)” difensore delle vedove”,dei senza diritti.

Una vedova va da un giudice dicendoFammi giustizia contro il mio avversario”. Il termine giustizia compare 4 volte.

Il ritratto che Gesù fa di quest’uomo-giudice è molto interessante: persona cinica, che si occupa solo del proprio interesse e non dei bisogni delle persone. Il testo prosegue parlando del giudice che afferma: dato che questa vedova mi dà fastidio, danneggia la mia reputazione – letteralmente “mi fa un occhio nero” – mi importuna, le farò giustizia.

E Gesù “Se il giudice disonesto riesce a fare giustizia per non essere più importunato, quanto più il Padre (Dio annunciato da Gesù) farà giustizia a coloro che, come dicono i Salmi 42 e 22, “gridano giorno e notte verso di lui”,chiedono giustizia.

A Luca sta molto a cuore il tema della giustizia sociale. Per questo già all’inizio del vangelo apre con il Magnificat messo in bocca a Maria e alla parente  Elisabetta

Il Signore ha disperso i superbi,… ha rovesciato i potenti, ha innalzato gli umili e rimandato i ricchi a mani vuote…”. E’ questa la giustizia che la comunità ,che si richiama a Gesù di Nazaret , deve portare su questa terra: deve rompere con i valori ingiusti che la società presenta e promuove.

Ma se i discepoli non hanno il coraggio di fare questa giustizia?

Secondo Gesù di Nazaret  devono trovare questo desiderio di giustizia, di cambiamento dei valori della società, perché si inauguri il “Regno di Dio” che comincia con la condivisione ,la ricerca della pace,la solidarietà oggi!.

Ma Gesù ha dei dubbi “Il figlio dell’uomo (figlio dell’uomo indica Gesù in quanto rappresenta Dio nella sua condizione umana) quando verrà troverà la fede sulla terra?”

Torniamo alla richiesta dei discepoli “accresci la nostra fede”. La risposta: la fede per crescere dipende da voi, è la risposta all’amore senza confini, comportatevi come il lebbroso samaritano guarito

.Invece in Luca i discepoli di prima generazione resteranno attaccati alle istituzioni religiose e, dopo la risurrezione di Cristo, torneranno al tempio a pregare, in quel “covo di ladri” che ritengono ancora “sacro”

La fede implica anche rottura con i disvalori della società dove i prepotenti dominano (danno pieno appoggio a qualsiasi forma di ricchezza e dominio) per inaugurare i valori  nuovi del Regno di Dio: giustizia, ricerca di pace, servizio,fratellanza,rispetto dei diritti dei deboli,degli ultimi.