Luca 14,25-33
“CHI NON RINUNCIA AI SUOI AVERI, NON PUO’ ESSERE MIO DISCEPOLO”
In questo vangelo di Luca Gesù di Nazareth va verso Gerusalemme ed è seguito da molta gente sulla base di un equivoco. Sperano infatti che sia come il Messia previsto da Davide e si vada a prendere il potere a Gerusalemme ed essi ne possano avere benefici, condividerlo.
Gesù, allora, pone tre condizioni radicali a coloro che vogliono seguirlo, perché vuole togliere ogni equivoco di essere seguito per interesse proprio o di gruppo.
Prima condizione: “Se uno viene a me e non mi ama più dei legami familiari, anzi di se stesso, non può essere mio discepolo”.
Ricordiamo a questo proposito il pranzo con il fariseo, i legami di “amicizia” tra i commensali, di interessi di tutta la cricca. Gesù dice in sostanza: dovete finirla con i legami familiari escludenti, che oggi chiameremmo “mafiosi”, di interesse di gruppo, di casta, dove tutto risponde a questo obiettivo indiscusso di potere, di dominio del territorio.
Seconda condizione: “Dovete sollevare la vostra croce”. Però, attenti: Gesù, quando parla di croce non intende caricarci le sofferenze, i momenti tristi della vita, ma” sollevare la propria croce” nel Vangelo significa accettare quello che avveniva quando il condannato andava verso il patibolo: sollevava la traversa della croce e, durante il percorso, tutti si assiepavano attorno a lui, lo disprezzavano, lo insultavano, gli sputavano in faccia. Questo comportamento era un “dovere quasi religioso”, imposto dalla tradizione civile e religiosa. Quindi vuole dire accettare di essere isolato, messo da parte, perdere le protezioni del gruppo dominante, essere “disprezzato” dai potenti della società.
Poi Gesù con due esempi (uno sulla torre da costruire e uno sulla guerra da affrontare) mette in guardia: calcolate le vostre forze, appoggiatele all’azione dello Spirito perché da soli non ce la fate!
Terza condizione: “Chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi non può essere mio discepolo”. Cioè, non mettete la vostra sicurezza in quello che possedete, non vi da garanzia ,liberatevene. Ponete, invece, la sicurezza ,il cuore in quello che sapete condividere e che vi dà grande forza, grande libertà.
Il possesso di molti beni e doversene occupare come interesse primario e indiscusso, toglie la libertà delle scelte.
Solo chi riesce ad essere pienamente libero può seguire la mia proposta.
Questo, credo, sia la strada indicata oggi da Gesù di Nazareth nel vangelo di Luca: la proposta è chiara e scomoda, ma umanizzante e gratificante per chi l’accetta.
Cosa significa in concreto per noi? Proviamo ad applicarlo alle nostre scelte di vita .senza timore di trovarci in difficoltà. Dio ci vuole felici ,non tristi; vincenti non perdenti.
Non abbiamo paura di verificarci se non vogliamo disperdere la propria vita.