Lc. 1,1-4; 4,14-21
“OGGI SI E’ COMPIUTA QUESTA SCRITTURA”
Secondo il vangelo di Luca, Gesù entra quattro volte in sinagoga (sala ebraica di preghiera) ed ogni volta si crea una situazione conflittuale.
Questa, del passo del vangelo odierno, è la prima volta e, al termine lo vogliono eliminare.
La liturgia di oggi parte dall’inizio del vangelo di Luca e dice le sue intenzioni: descrivere con cura i fatti (narrati da altri) perché ti renda conto, tu “Teofilo” (amante di Dio) quanto è solido l’insegnamento che segue.
Poi passa – la liturgia di oggi- al cap. 4. Gesù rientra in Galilea, condotto dallo Spirito di Dio, la sua fama si è diffusa. Va nella “loro” sinagoga: cristiani ed ebrei si sono già distinti nei luoghi di preghiera (Luca lo fa notare, riferendosi al suo tempo). “E la gente gli rendeva lode”, lo condivideva. Ma a Nazareth, suo paesino “natale” allora di quattro case, paese selvaggio e covo di nazionalisti (attaccati alla religione in funzione antiromana), non lo gradiscono. Eppure – nota Luca – “come al solito si alzò a leggere”.
Il testo – scritto su uno o più rotoli – era definito (a cadenza triennale, come la nostra liturgia festiva), ma Gesù prende il rotolo, lo apre e cerca lui il testo. Non era osservante delle norme liturgiche! E che cosa trova? Isaia al cap. 61, che parla di scelta del messia “Lo spirito di Dio è sopra di me, per questo mi ha consacrato con l’unzione” (unzione in ebraico è “mashiah” di qui messia, in greco è Cristo, l’unto).
L’unto (o messia) è l’uomo investito della forza di Dio, che lo rende persona divina; e dice Gesù “Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore”.
Lieto annuncio ai poveri è, secondo il libro del Levitico, la liberazione nel paese per tutti gli abitanti (=giubileo), tempo in cui si restituiva la terra a chi, per debito, l’aveva ceduta e magari era diventato schiavo per i debiti.
Poi Gesù salta la lettura del versetto di Isaia che dice “il giorno della vendetta del Signore”. Quindi non è d’accordo con il profeta: sì all’anno di liberazione, no alla vendetta. Gesù, quindi, fa due scelte diverse: cambia la lettura prevista ed elimina ciò che non condivide, poi, come i maestri, si siede a commentarla.
“Tutti gli occhi sono su di lui”: grande tensione, forse soprattutto per aver scartato il versetto sulla vendetta di Dio (che i nazionalisti attendono contro i romani invasori). E dice loro “Oggi si è compiuta quella scrittura che voi avete ascoltato con i vostri orecchi”.
Qui riprende un brano di Ezechiele12,2 che scrive “Figlio dell’uomo tu abiti in mezzo a una genia di ribelli che hanno occhi e non vedono, orecchi e non odono perché sono una genia ribelle”.
E al termine, lo commenteremo domenica, la sinagoga si ribellerà.
Note
Oggi abbiamo riletto Isaia e ci fa capire con Gesù di Nazareth ha avuto grande coraggio a esprimere un Dio diverso con cui avere rapporti diversi cacciando la paura