Giovanni 6,24-35

 

CHI VIENE A ME NON AVRA’ PIU’ FAME E CHI CREDE IN ME NON AVRA’ PIU’ SETE

 

Con l’episodio della condivisione dei pani Gesù di Nazareth vuole elevare la folla a livello di persone adulte, autonome; la loro risposta è “vogliono farlo re”, preferiscono la sottomissione alla libertà e Gesù scappa via letteralmente.

Ora la folla va in “ricerca” (nel Vangelo ha sempre senso negativo: per catturare, uccidere) e quando lo ritrova lo chiama “Rabbi”, maestro della legge. Ed inizia un dialogo fra sordi. Gesù li invita a “farsi pane per gli altri”, ad accogliere il dono generoso di Dio una nuova relazione con Dio fondata sull’accoglienza e farsi a loro volta pane per gli altri. Dice loro: avete mangiato, vi siete saziati. Vi date da fare per un cibo che non dura, invece datevi da fare per un cibo che nutre non solo la vita biologica, ma anche la vita interiore, che vi umanizza e vi libera.

Il Padre ha messo il sigillo su questo che vi propongo: cambiare il modo di rapportarvi con Dio. Non obbedite più a leggi, cercate di assomigliare nelle scelte di vita al mio amore.

Ma la gente continua con la stessa richiesta: chiede ancora un segno per credere. E lui dice: credi e diventa tu stesso un segno.

E di fronte alla folla che si rifà ai “Padri” e non al “Padre” dice “E’ il Padre che dà il pane vero”.

Colgono in lui una presenza divina ed allora, quando lo chiamano SIGNORE risponde “Io sono il pane vivo disceso da cielo: chi viene a me, chi coglie il messaggio ha la risposta alle esigenze che ogni uomo e donna portano in sé”.