Giovanni 1, 35-42

MAESTRO DOVE ABITI? VIDERO DOVE DIMORAVA E RESTARONO CON LUI

Giovanni Battista definisce Gesù che stava passando “L’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. Non i peccati degli uomini, ma il peccato del mondo, quella cappa di tenebra che impedisce il rapporto tra Dio e gli uomini.

Giovanni Battista, come molti profeti, pensava che questo rapporto Dio-uomini si fosse interrotto. E lui ,Gesù di Nazareth avrebbe squarciato il cielo per rimettere in piedi la comunicazione “Battezzando in Spirito Santo”.

Giovanni Battista fissa lo sguardo, penetra la realtà della persona e riassume con la formula già espressa “Ecco l’agnello di Dio”, quello che gli Ebrei mangiavano la notte di Pasqua, quando iniziava la liberazione dalla schiavitù dall’Egitto. La carne avrebbe dato loro forza, il sangue segnava le porte delle case in cui l’angelo non avrebbe colpito, salvandoli dalla morte.

Gesù, quindi, è il segno della nuova Pasqua di liberazione di Dio dalla schiavitù.

I due discepoli sentendolo parlare così, seguirono Gesù”. Subito lasciano Giovanni Battista per seguire quello che lui ha indicato.

“Gesù si voltò” e, osservando che essi lo seguivano, disse loro “Che cosa cercate” (non chi cercate). Loro rispondono chiedendo “Dove abiti?”. I discepoli infatti abitavano con il maestro. Essi  vogliono  fare esperienza con lui, sono disposti a convivere e condividere la sua vita.

Gesù dice “Venite e vedrete”, non è tanto la casa, l’ambiente, quanto la dimensione di vita da condividere e scopriranno che vive in una diversa dimensione con Dio.

E’ in questa nuova esperienza che li vuole attrarre e farli diventare, a loro volta, espressione e comunicazione per gli altri di questa fedeltà a Dio.

Dirà al capitolo 14,23: A chi mi ama “il Padre mio e io verremo in lui e prenderemo dimora presso di lui”.

Per ora li invita nella sua dimora, poi renderà ogni persona abitazione, santuario visibile dell’amore di Dio.

Sottolinea Giovanni che sono le 4 del pomeriggio, sta per finire il giorno e ne inizia uno nuovo, quello in cui si realizza il progetto di Dio sull’umanità.

Uno dei discepoli resta anonimo, non viene identificato: è il modello di discepolo, disposto a mettersi accanto a lui, a servizio delle persone. L’altro è Andrea, fratello di Simon Pietro. Andrea lo cerca e gli dice “Abbiamo trovato il messia!” Simone non reagisce, ma Andrea lo conduce a Gesù che lo fissa e gli dice “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni” (discepolo, cioè, di Giovanni Battista).

 Sovente i discepoli sono definiti come “figli” del maestro. “Sarai chiamato Cefa”,cioè Pietro: soprannome che acquista e sarà in uso per tutto il Vangelo.Gesù lo chiamerà Simone quando è incerto e Pietro o Simon Pietro (testa dura) quando è in contrasto.

Alla fine, quando vedrà la soluzione del problema, Gesù lo chiamerà “Simone di Giovanni”.

 

Probabilmente Andrea se ne va con Gesù, mentre Simone resta con il Battista. Non ci sono inviti a seguirlo. Solo alla fine del vangeli gli dirà “Tu segui me”.