Matteo 4,12-23

 

ARRESTATO GIOVANNI, GESU’ SI RITIRO’ IN GALILEA A CAFARNAO

 

Matteo presenta l’inizio dell’attività di Gesù. Venuto a sapere che Giovanni Battista è stato arrestato e l’aria si fa pesante e difficile andare  in Giudea, sale al Nord in Galilea, a Cafarnao, città di frontiera lungo il lago che chiama “Mare” (in riferimento all’Esodo). E’ un riferimento teologico: il mare che gli Ebrei hanno attraversato per fuggire dalla schiavitù egiziana verso la libertà.

Tutto il tema di Matteo è in chiave di Esodo: Gesù visto come nuovo Mosè che viene a liberare il suo popolo dall’oppressione, partendo dalla “Galilea delle genti” (dei gelil, non ebrei, stranieri). Era una regione così disprezzata da non avere un nome, solo un riferimento “dei non ebrei”.

Ed inizia l’attività predicando “Convertitevi …..”, cambiate mentalità (metanoein, in greco), orientate in modo diverso la vostra esistenza perché “il regno dei cieli è vicino”.

Avverrà con la pratica delle “Beatitudini”.

Usa questa parola “cielo” solo Matteo, perché la comunità è ebraica e non usava il nome di “Dio”.

Il Regno dei Cieli non viene imposto, chiede collaborazione dell’uomo, che deve cambiare stile di vita.

Ebbene, subito Gesù, camminando lungo la riva del lago, vede Simone ed Andrea, due personaggi con nomi greci (che provengono da famiglia aperta). In particolare Simone ha un soprannome “pietra”, testa dura, che tutto il vangelo ci racconterà. “Gettavano le reti in mare”, facevano un lavoro normale, di fatica e propone loro “Venite dietro a me”. Non cerca persone di alto rango, che pure c’erano – monaci (come gli esseni), sacerdoti, benestanti, teologi – ma pescatori, che vivono del loro lavoro manuale, semplice.

A loro dice “Vi farò pescatori di uomini”. E’ interessante il titolo ed il senso: il pescatore tira i pesci fuori dall’acqua, dà, quindi, la morte. Il pescatore di uomini li tira fuori dall’acqua (simbolo di morte) per dare loro la vita.

“Essi subito lasciarono le reti e lo seguirono”.

Poi la chiamata di una seconda coppia: Giacomo e Giovanni (nome ebrei), anche loro pescatori. Qui con loro c’è anche il padre, Zebedeo. Abbandonano barca e padre e lo seguono.

“Gesù percorreva tutta la Galilea” (regione disprezzata) “insegnando nelle loro sinagoghe” (prendendo dal patrimonio dell’Antico Testamento per proporlo) ed, invece, per annunciare la “Buona Notizia” non insegna, ma la propone.

Quando è con gli Ebrei cerca di trarre gli insegnamenti (il significato migliore) dalla Bibbia (A.T.), quando si rivolge ai non ebrei annuncia, non ha bisogno di ripescare i valori dell’A.T.

Qui appare, per la prima volta, la parola “vangelo”, buona notizia, che è l’Amore incondizionato e gratuito di Dio che è Padre.

Però agisce anche: “guarendo ogni sorta di malattia ed infermità nel popolo”.

Gesù libera da quegli ostacoli che si oppongono all’accoglienza del suo messaggio in cui propone  la “pienezza di vita” e così inizia il nuovo Esodo, la nuova proposta di liberazione anche da un Dio “oppressore” diventato PADRE con Gesù di Nazaret.