IL PRIMO DEI COMANDAMENTI:AMERAI IL SIGNORE TUO DIO , AMERAI IL TUO PROSSIMO COME DIO TI AMA

 

Marco. 12,28-34

 

Gesù di Nazaret non è venuto a portare nuove idee di Dio, ma un nuovo modo di vedere Dio, un nuovo rapporto fondato sull’amore (chiamato agàpe) che è lo stesso amore di cui è fatto Dio: la sua natura, infatti, è Amore.

Dio è “relazione”(trinità), comunicazione di vita, di amore (lo dicono Matteo 24,12 e Luca 11,42). E Paolo lo introduce come termine tecnico per definire il senso cristiano dell’amore.

Agape è amore spontaneo, “senza motivo”, anche quando noi non siamo amabili,  perché è la natura stessa di Dio che si esprime.

Quindi

-Il Dio di Gesù non guarda i meriti dell’uomo: Dio esprime amore  nei confronti dell’uomo senza limiti (anche nei confronti del peccatore).

 –         “Agàpe”(l’amore di Dio) ha un carattere creativo: è espressione dell’amore di Dio che ama ciò che ha valore e ciò che secondo i nostri criteri  non ne ha,perciò acquista valore proprio perché Dio lo ama.

–         Agàpe crea “relazione”, comunione, rende comprensibili molti atteggiamenti incomprensibili che Gesù esprime con parabole per farsi capire dalla gente comune : il figlio prodigo, la pecora perduta o con un gesto come l’atteggiamento aperto e rispettoso con  l’adultera (che non è parabola ma un fatto!).

–         E l’amore che  viene chiesto a noi come risposta è traduzione pratica del modo in cui Dio ci ama: è senza limiti e barriere, senza calcoli, gratuito, che non aspetta contropartite.

–         Comprende anche i nemici: ci chiede di creare un rapporto positivo dove sembra escluso ,impossibile, quando lui/lei non mi amano, mi odiano, lavorano  contro di me.

–         Dato che Dio è Agàpe (amore), chiunque viene “conquistato” dal suo amore, è chiamato a trasferire questo amore alla persona che incontra, a farsi prossimo

–         E Dio si serve di chi “ama come lui” di questo amore-agàpe come suo strumento per cambiare il mondo, costruire “il Regno di Dio”, un mondo di pace, guidato e  penetrato dall’amore,fondato sulla giustizia,dove si può vivere felici o almeno sereni.

     E non si tratta solo di coinvolgere i cristiani, ma  qualunque   uomo/donna che esprima questi valori: essere amato da Dio.    

Questo è quanto è contenuto nel testo di Marco.

Provo ad aggiungere qualche conclusione più ampia, fuori del testo.

–         Prima di Gesù l’umanità era rivolta a un Signore sempre più lontano ,nell’alto dei cieli e, anche ora ,molte persone che si dicono religose, praticanti lo vedono così: lontano.

Ora la ricerca di Dio, “il Dio con noi” diventa accoglienza, perché è  Dio che ci  cerca, che  viene ad incontrarci.     

–         Il suo messaggio comprende tutta l’umanità. E il Dio di Gesù non ci chiede se “abbiamo creduto”, ma se “abbiamo amato”, non se abbiamo frequentato la chiesa, ma se abbiamo aperto la nostra casa a chi ne ha bisogno, se abbiamo avuto attenzione verso l’altro. E Dio riconosce come discepolo  chiunque ha orientato la vita per il benessere degli altri,credente o no.

–         Rileggiamo le “Beatitudini”, gli strumenti che danno serenità, felicità, che sono  la traduzione pratica dei “comandamenti “ ridotti a uno e diventati proposta .

Sono infatti  “giusti” – per Cristo- coloro che nella vita sono pronti a dare una mano, ad alleviare sofferenze, a condividere le fatiche e le gioie (rileggiamo  quello che è chiamato erroneamente  “giudizio universale” in Matteo 25,38).

Chi invece è centrato su di sé è, per Gesù, uno che distrugge la propria esistenza nell’egoismo,nel promuovere se stesso,che sbaglia direzione.

 

di Fredo Olivero 2013.8